All’indomani dell’elezione di Gaetano Galvagno a Presidente dell’Ars i conti non tornano fra le forze politiche rappresentate nel parlamento siciliano. Non tornano nella maggioranza ma non tornano neanche nell’opposizione.

Cinque voti mancanti nella maggioranza

La maggioranza di Renato Schifani può contare su 40 deputati ma ieri sono mancati 5 voti. Quattro sono chiaramente voti dei deputati regionali azzurri che fanno riferimento a Gianfranco Miccichè. L’ex presidente dell’Ars ha votato per Assenza e con lui Tommaso Calderone, Nicola D’agostino e Michele Mancuso. Ma alla maggioranza è mancato un altro voto andato a Riccardo Gennuso.

Il soccorso dall’opposizione

Per eleggere Galvagno è arrivato il soccorso dall’opposizione. ai 35 della maggioranza si sono aggiunti 8 voti attribuiti al gruppo di Cateno De Luca anche per effetto dell’amicizia conclamata a livello personale fra Galvagno e Danilo Lo giudice, pupillo di De Luca e coordinatore dei parlamentari di Sicilia Vera anche se non eletto.

Ma lui, Cateno De Luca, nega il soccorso ‘totale’ del gruppo e conferma di aver votato scheda bianca

All’opposizione mancano 8 voti e non tutti di Sicilia Vera

Di fatto, dunque, all’opposizione che dovrebbe poter contare su 30 voti (11 pentastellati, 11 Pd e 8 Sicilia Vera) mancano all’appello proprio 8 voti. 11 sono state le schede bianche e 11 i voti del Pd che si è contato facendo votare ogni deputato per se stesso. Totale 22

Le trattative per la vice presidenza

Secondo una ricostruzione alternativa, dunque, il soccorso a Galvagno sarebbe arrivato sia da metà del gruppo di De Luca che da 4 pentastellati. Quattro non è un numero a caso. Quattro, infatti, i voti che ci si aspettava mancassero per effetto delle scelte degli uomini di Miccichè.

I 5 stelle avrebbero fornito il oro supporto in vista dell’elezione dell’ufficio di presidenza nel quale avrebbero così messo una ipoteca sul ruolo di vice presidente per il quale il gruppo indicherebbe Nuccio Di Paola

Di Paola nega il soccorso a Galvagno

“Il nostro gruppo aveva dato come indicazione di votare scheda bianca. Siamo undici e undici sono state le schede bianche – dice a BlogSicilia l’ex candidato presidente pentastellato – poi è chiaro che avendo scelto di non firmare le schede come ha fatto il Pd è facile insinuare ricostruzioni diverse. Certamente all’opposizione sono mancati 8 voti e questo è i vero problema”

Il tentativo di voto unitario

“Fino all’inizio della seconda votazione di ieri – continua Di Paola à- ho cercato in tutti i modi di ricompattare l’opposizione. Avremmo voluto che si votasse tutti insieme su un candidato di bandiera. Trenta voti avrebbero avuto un peso specifico importante. In alternativa avremmo potuto votare tutti scheda bianca. Purtroppo non è stato possibile. Il Pd ha scelto diversamente mostrando di non avere fiducia nei propri uomini e dando indicazioni perché le schede fossero riconoscibili”.

I giochi saranno chiari con l’elezione del Vice presidente

“Sulla scelta del Vice Presidente non posso negare che il mio sia fra i nomi in campo. Ma questo non ha nulla a che vedere con la votazione di ieri. Per prassi un vice presidente tocca all’opposizione così come un deputato questore ed un deputato segretario. Noi, esattamente come il Pd, abbiamo 11 parlamentari ma sia la lista che il candidato presidente hanno raccolto più voti dunque il Vice presidente tocca a noi. Sarà il Movimento a decidere chi indicare. E’, poi, nelle cose che questore e segretario tocchino uno al Pd e uno a Sicilia Vera”.

Appello alle opposizioni e ai malpancisti della maggioranza

“A prescindere da tutto – conclude Di Paola – io torno a lanciare un appello all’unità dell’opposizione. Siamo tre forze che sommano 30 deputati. Se andiamo uniti possiamo incidere, se invece ci dividiamo facciamo solo un favore alla maggioranza”.

“Il mio appello va anche ai malpancisti della maggioranza. Sedetevi al tavolo dell’opposizione. Insieme possiamo fare davvero tanto se troviamo il modo mdi stare insieme sulle cose da fare”

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