Ufficialmente era un commercialista di grido con rapporti importanti nel mondo della politica sanitaria. Consulente di diverse asp, alla guida del collegio sindacale dell’azienda ospedaliera Arnas Civico di Palermo e anche presidente dell’Organismo indipendente di valutazione della performance regionale. Ma adesso anche la Regione gli revoca ogni incarico
Il commercialista Sciacchitano
Antonio Sciacchitano avrebbe, però approfittato del suo ruolo per dare vita ad un vero e proprio comitato d’affari per governare illecitamente gli appalti della sanità siciliana. lavori per 130 milioni di euro quelli finiti nel mirino della Guardia di finanza
Almeno 5 quelli che sarebbero stati manipolati attraverso gare fatte ad hoc per imprese amiche, commissioni aggiudicatrici infiltrate e tanto altro. Si tratta di forniture e opere per l’asp di Trapani, due appalti dell’asp di Caltanissetta, una fornitura per l’ospedale Civico di Palermo ed un’altra per l’ospedale Villa Sofia Cervello sempre di Palermo.
Ai domiciliari è finito il presunto capo del comitato d’affari, Antonio Sciacchitano ma anche l’imprenditore Catello Cacace di 61 anni. Altri 8 sono stati raggiunti da misure interdittive mentre 5 sono gli ulteriori indagati.
La revoca dell’incarico
A seguito dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Palermo, la Presidenza della Regione ha revocato l’incarico di presidente dell’Organismo indipendente di valutazione della performance regionale affidato ad Antonino Maria Sciacchitano. La decisione è stata presa dopo la notifica all’amministrazione dello stralcio dell’ordinanza del Gip di Palermo, che ha disposto per Sciacchitano gli arresti domiciliari e la sospensione per un anno dai pubblici uffici.
Le indagini in ambito regionale
Il gruppo aveva cercato contatti anche alla regione, fra gli altri con Silvio Cuffaro, fratello dell’ex presidente Totò e dirigente generale del Dipartimento Finanza. Contatti che, però, non si sarebbero mai realizzati con nessuno dei due fratelli Cuffaro.resta da capire se il comitato d’affari si sia poi rivolto altrove.
La nota di Cuffaro
“Conosco il dott Sciacchitano da prima che fossi Presidente della Regione. Non mi ha mai chiesto niente ne quando ero Presidente e nè tanto meno nell’ultimo decennio. Ma proprio niente: né di lecito e meno che mai di illecito. Sono io che ho chiesto a lui di votare per la DC e quindi non aveva bisogno di ingraziarsi con me in altro modo. Nella fattispecie non conosco ne la ditta e nemmeno di cosa si occupi” ci tiene a precisare Totò Cuffaro.
“Citarmi è ormai un rituale che, come nel caso odierno, non sarà supportato da alcun elemento, però lascerà traccia di questi scarabocchi vestiti da notizia. È triste, ma è così” conclude amaramente il segretario nazionale della DC.
Schifani: “Mantenere alta l’attenzione”
“Ogni procedura di gara o appalto pubblico può diventare terreno fertile per fenomeni corruttivi qualora vi siano individui disposti a offrire o accettare illeciti vantaggi. L’inchiesta di oggi non riguarda il sistema sanitario in sé, la criminalità, infatti, segue le tracce del denaro, senza distinguere ambiti o confini. Proprio per questo è essenziale mantenere un impegno costante e severo sul fronte della trasparenza e dei controlli, in tutti i settori” dice il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, in merito all’inchiesta della Procura della Repubblica di Palermo.
“Esprimiamo piena fiducia nel lavoro della magistratura – aggiunge – e confermiamo la totale disponibilità delle istituzioni a collaborare per accertare eventuali responsabilità personali. Continueremo a operare con determinazione per promuovere legalità e correttezza nell’intera amministrazione pubblica. La Regione è pronta a costituirsi parte civile”.
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