La Dc rimpiazza nella giunta di Partinico il suo assessore arrestato nei giorni scorsi, Agostino Genova, per l’inchiesta sui falsi invalidi e la corruzione. Ad essere prescelto è il coordinatore cittadino Vincenzo Sollena che va anche a prendere le sue stesse deleghe. A lui quindi i Servizi demografici, Rapporti con il consiglio comunale e Ufficio relazioni con il pubblico. L’esecutivo quindi ritorna al suo plenum a distanza di una settimana dall’operazione “Vediamoci Chiaro” sui falsi invalidi e le mazzette.

Chi è il nuovo assessore

Sollena, 33 anni, impiegato alle Reti ferroviarie italiane, alle scorse elezioni amministrative sfiorò l’elezione in consiglio conquistando 241 preferenze. Fu anche per qualche giorno candidato sindaco della Dc. La sua candidatura fu però ritirata perché lo scudocrociato alla fine confluì nella candidatura di Rao, che poi vinse le elezioni direttamente al primo turno.

Il sindaco: “Ci siamo confrontati”

Il sindaco Pietro Rao afferma che c’è stato un confronto con i vertici della Dc dopo il terremoto. “Anche da parte loro c’è stato grande stupore – ha dichiarato -. E’ chiaro che non avrebbero mai voluto creare questa situazione di imbarazzo. Bisogna però andare avanti. C’è da dire che l’arresto è maturato per situazioni extra politiche che nulla hanno a che vedere con questa amministrazione”.

L’immediato decreto

Poche ore dopo la notizia dell’arresto il sindaco aveva subito revocato le deleghe all’assessore Agostino “Nuccio” Genova mentre l’Asp di Palermo preannunciava la costituzione di parte civile. La decisione della revoca delle deleghe da parte del sindaco dopo avere saputo dell’inchiesta sui falsi invalidi culminata con l’arresto ai domiciliari di Genova.

Il quadro accusatorio

Secondo le indagini Agostino Genova, in cambio di denaro e altre utilità, avrebbe redatto documentazione falsa verbali di riconoscimento di invalidità. In tal senso non avrebbe fatto la necessaria verifica dei requisiti previsti. Sarebbe stato scoperto un tariffario preteso dal dirigente medico per l’istruttoria delle pratiche di invalidità. E tutto questo in assoluta autonomia senza il visto collegiale delle commissioni, violando così il regolamento del procedimento. Sono al vaglio centinaia di istanze di invalidità rilasciate dalla commissione. Gli indagati, quale compenso, avrebbero preteso le prime mensilità dei benefici o parte degli arretrati riconosciuti a quanti avevano presentato istanza di invalidità.

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