L’odio percepito in strada e nelle dichiarazioni alla stampa a margine della polemica sull’Anniversario della strage di Capaci, ora si sposta sui social. Una lunga serie di profili falsi appena creati attaccano le pagine della Fondazione falcone. Gli haters sono entrati in azione e il bersaglio è la Fondazione.
L’intervista di Grasso e il tentativo di spegnere l’odio
“La bella intervista dell’ex Presidente del Senato e già Procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso chiarisce in modo limpido e inequivocabile quanto accaduto lo scorso 23 maggio sotto l’Albero Falcone. Le sue parole ci commuovono e ci trovano perfettamente d’accordo” dicono, adesso dalla Fondazione Falcone.
L’albero Falcone patrimonio di tutti
“Condividiamo pienamente la sua volontà di spiegare, di dialogare e soprattutto di ricucire e unire: era ed è questo lo spirito del precedente comunicato, abbiamo sbagliato nei tempi, non ce ne siamo accorti e abbiamo ammesso l’errore avendo piena consapevolezza che le 17.58 del 23 maggio segnano la coscienza di tutti gli italiani.
L’Albero Falcone è di tutti, non appartiene a nessuno e nessuno può rivendicarne la paternità. È un luogo simbolico, collettivo, universale. Dal 23 maggio 1992, sotto di esso si riunisce la parte migliore del Paese: chi crede nel sacrificio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, chi si commuove ancora nel pronunciare i loro nomi, chi – senza bandiere, senza veleni – continua a ritrovarsi ogni anno in quel presidio di legalità, memoria e speranza.
È questo lo spirito che da sempre anima la Fondazione Falcone: fare della memoria un luogo di coesione, non un pretesto per spaccature ideologiche”.
Il giorno degli attacchi degli haters
“Eppure, oggi più che mai, sembra essere il giorno degli haters. Siamo di fronte a un’ondata di attacchi livorosi, in tanti provenienti – guarda caso – da profili social appena creati senza storia né identità, mossi da un’unica regia: colpire la Fondazione, denigrarne l’impegno, infangarne la credibilità. Una strategia codarda e organizzata, che nulla ha a che fare con il confronto democratico e con la libera critica”.
La Fondazione non replicherà più
Per questo la Fondazione Falcone non replicherà più “a chi, nonostante le parole di Pietro Grasso, nonostante le spiegazioni già fornite, continua a chiedere scuse che non spettano, e a distribuire responsabilità infondate. Non risponderemo più a chi, anziché custodire il 23 maggio come giorno sacro di memoria, lo trasforma in un’arena di aggressione”.
Polemiche pretestuose
“Sorprende chi continua a insistere sull’anticipo di pochi minuti nella lettura dei nomi delle vittime sotto l’Albero Falcone, ma evita accuratamente di rispondere all’accusa ben più grave: quella di essere stato, in vita, uno dei più feroci delegittimatori di Giovanni Falcone. Questa non è un’opinione, ma una verità storica del nostro Paese. Una pagina che nessuno potrà mai cancellare.
Con lo stesso rigore, rifiutiamo i toni irricevibili usati da chi, come la famiglia Falcone, ha vissuto in prima persona le stesse tragedie e gli stessi dolori ma ha scelto ancora una volta l’attacco personale. La Fondazione Falcone non accetta lezioni di coerenza né di verità da chi si arroga il diritto di decidere chi sia degno e chi debba essere censurato, chi possa ricordare e chi debba tacere.
Chi pretende rispetto, deve per primo praticarlo. Noi continueremo a lavorare in silenzio, con determinazione, nel solco tracciato da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”.
La memoria non è un trend
“La memoria non è un trend da cavalcare, né una bacheca social su cui riversare rancore. È un impegno quotidiano, un’eredità da onorare con coerenza, studio e passione civile. La memoria non si difende con l’odio, ma con la responsabilità. Non si coltiva nella polemica, ma nel servizio quotidiano alla Giustizia. La Fondazione continuerà a farlo, come ha sempre fatto, senza rispondere più a chi cerca visibilità con il veleno e con la rabbia.
Il 23 maggio è e resterà il giorno dell’Italia migliore. Il giorno del ricordo, dell’impegno, della speranza.
E noi continueremo a difenderlo da ogni tentativo di profanazione con la voce serena di chi cerca la verità”.






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