Il Tribunale del riesame di Reggio Calabria ha confermato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per Rocco Santo Filippone, di 77 anni, e Giuseppe Graviano, accusati dalla Dda di Reggio Calabria di essere i mandanti degli attentati compiuti a Reggio contro pattuglie dei carabinieri tra il ’93 ed il ’94 che portarono alla morte di due militari ed al ferimento di altri due.
Attentati, è la ricostruzione della Dda che rientravano nella strategia stragista voluta da Totò Riina agli inizi degli anni ’90 per ricattare lo Stato ed avviare una trattativa con le istituzioni per attenuare la normativa antimafia. Filippone, all’epoca a capo del mandamento tirrenico della ‘ndrangheta e tuttora ritenuto capo dell’omonima cosca legata alla alla più potente cosca Piromalli di Gioia Tauro, è stato arrestato il 26 luglio scorso, mentre lo stesso giorno un’ordinanza è stata notificata in carcere a Giuseppe Graviano, capo del mandamento mafioso di Brancaccio, coordinatore delle “stragi continentali” di Firenze, Roma e Milano, detenuto in regime di carcere duro.
Nell’inchiesta, denominata “‘ndrangheta stragista”, era indagato anche Giovanni Aiello, ex poliziotto ritenuto vicino ai servizi segreti e indicato da alcuni pentiti come “faccia da mostro”, morto ieri sulla spiaggia di Montauro (Catanzaro) dove viveva da anni. Aiello era accusato di induzione a rendere dichiarazioni false all’autorità giudiziaria perché avrebbe costretto l’ex capitano dei carabinieri Saverio Spadaro Tracuzzi a mentire sui suoi rapporti con lo stesso Aiello e sul suo ruolo nella ‘ndrangheta. Nell’ambito dell’operazione era stata perquisita casa sua e quella dell’ex numero due del Sisde Bruno Contrada che non è indagato.
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