Trasporto pubblico locale a rischio in Sicilia. Gli autobus potrebbero fermarsi per effetto dei rilievi della Corte dei Conti nei confronti dei provvedimenti regionali.
L’allarme viene lanciato dalle associazioni di categoria “Nei prossimi giorni si rischia lo stop totale al trasporto pubblico locale, a causa del blocco dei corrispettivi da parte della Regione Siciliana”, dice il presidente di Anav Sicilia, Antonio Graffagnini. “A causa del rilievo alla Regione, mosso dalla Corte dei Conti in fase di rendiconto generale – aggiunge – le aziende del trasporto locale non saranno in grado di garantire gli stipendi e le messa in servizio dei bus di linea, con la conseguenza inevitabile che saremo costretti a bloccare tutti gli autobus”.
E conclude: “Confidiamo che al più presto gli organi preposti possano trovare la miglior soluzione al problema per consentire così alle aziende di proseguire regolarmente l’attività di trasporto pubblico locale e all’utenza di poter usufruire del diritto alla mobilità”.
Cimino, “Regione intervenga al più presto”
“La Regione deve intervenire al più presto”, gli fa eco il presidente di Asstra Sicilia Michele Cimino. “Siamo certi – aggiunge – che il problema è già all’attenzione dell’amministrazione e confidiamo, anzi siamo certi che sarà risolto in tempi rapidi”.
Cimino osserva inoltre: “Il servizio reso alla mobilità dei cittadini non può essere interrotto ma la Regione è pienamente cosciente di questo e confidiamo nella soluzione a breve anche per salvaguardare i livelli occupazionali oltre che di servizio”.
A marzo l’ultimatum di Anav ed Asstra alla Regione
Nel marzo scorso una situazione difficile per il trasporto pubblico locale per via dell’emergenza Covid ed i ritardi nell’erogazione delle somme dello Stato e dei contributi da parte della Regione alle imprese del settore. In ballo 100 milioni con Anav Sicilia ed Asstra Sicilia che hanno richiesto tale somma per risollevare la sorte delle aziende. Le sigle sindacali denunciarono che a mettere in ginocchio il settore non fu tanto la pandemia ma l’amministrazione regionale “insensibile alle esigenze inderogabili d’imprese che contano centinaia di dipendenti”.
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