Benedetto Bacchi, imprenditore di Partinico del settore giochi e scommesse online, arrestato ieri dalla polizia insieme ad altre 30 persone, con le accuse di concorso esterno in associazione mafiosa, riciclaggio, concorrenza sleale e truffa allo Stato, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip nel corso dell’interrogatorio di garanzia.
Stessa scelta ha fatto il socio occulto, il boss di Partinico Francesco Nania, anche lui finito in manette, accusato di associazione mafiosa e autoriciclaggio.
Aveva avviato una attività di import-export di prodotti alimentari con gli Usa per “ripulire” i soldi sporchi. Sono rimasti in silenzio anche altri 5 arrestati: Fabio e Francesco Lo Iacono, Antonio Lo Baido, Salvatore Cusumano e Alessandro Lo Bianco.
Agli interrogatori, svoltisi davanti al gip Antonella Consiglio, erano presenti le pm Annamaria Picozzi e Amelia Luise che hanno coordinato l’inchiesta insieme al pm Roberto Tartaglia.
Dall’indagine è emerso un vero e proprio accordo contrattuale tra Bacchi e i vertici delle famiglie mafiose palermitane che assicuravano, in cambio di somme che andavano dai 300 agli 800mila euro, il monopolio delle agenzie di scommesse in Sicilia all’imprenditore.
Bacchi aveva oltre 700 centri in tutta Italia e 40 in Sicilia. I punti scommesse erano tutti irregolari. Nel corso dell’inchiesta ne sono stati chiusi 46. L’indagine ha dimostrato come quello del gioco online sia il nuovo business di Cosa nostra che riesce a ricavare fiumi di denaro sicuri e riciclare soldi sporchi. Secondo gli inquirenti Bacchi, che ha scelto come suo legale l’ex pm Antonio Ingroia, incassava un milione di euro al mese.
Dall’inchiesta è emerso che avrebbe voluto coinvolgerlo in una società che si sarebbe dovuta occupare di energie rinnovabili per sfruttare l’immagine di ex magistrato antimafia. L’affare però non avrebbe avuto seguito. Gli interrogatori di garanzia proseguiranno nei prossimi giorni.
La mafia di Partinico voleva avere un rapporto esclusivo con Benedetto Bacchi, imprenditore di Partinico del settore giochi e scommesse online, arrestato ieri dalla polizia insieme ad altre 30 persone, con le accuse di concorso esterno in associazione mafiosa, riciclaggio, concorrenza sleale e truffa allo Stato.
Almeno volevano avere la parte più cospicua dei soldi che Bacchi dava alle famiglie di Palermo. E bisognava tenere tutti a debita distanza. Di questo parlavano continuamente Francesco Nania socio occulto e boss di Partinico e Antonino Pizzo, anche lui arresto. I due parlavano spesso in auto e nel garage dell’abitazione di Pizzo. L’11 ottobre del 2014 però i due indagati trovano nel garage la microspia. Da quel giorno non sono state più intercettate conversazioni dentro il garage.
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