Ballarò non è un quartiere, un mercato, un pezzo della città storica fatto solo di violenza, di violenti, di razzisti. Per questo oggi il quartiere, e la città scendono in piazza contro ogni forma di violenza, criminalità, intolleranza. Quello che è successo a Yusupha non deve più accadere.

Cartelli gialli con scritte nere colorano l’intera zona a partire dal concentramento in Piazza Bologni per manifestare in corteo contro ogni forma di violenza. La scelta è stata fatta dopo la riunione a Santa Chiara alla quale hanno partecipato cittadini, associazioni, mediatori culturali, migranti, il forum Antirazzista, il Palermo Pride, l’assemblea di quartiere Sos Ballarò e molte altre realtà. E in piazza sono scese quasi tremila persone.

“Quello che è successo sabato sera in via Fiume è solo l’ultimo e il più grave di una serie di episodi di violenza che stanno tornando a colpire Palermo. – dicono gli organizzatori – Un balordo ha sparato alla testa a un ragazzo solo perché si era ribellato alla sua prepotenza in stile mafioso. Il ragazzo colpito si chiama Yusupha, ma si sarebbe potuto chiamare Giuseppe, Calogero o Salvatore, e tornava da un pomeriggio trascorso a riqualificare un campetto di calcio abbandonato nel quartiere di Ballarò e destinato a tutti i giovani del territorio”.

“Ci ritroveremo tutti e tutte sabato per attraversare Ballarò, – aggiungono – il nostro quartiere e la nostra città, dalla parte di chiunque in questo momento è oppresso da questo clima di prevaricazione e violenza. Non permetteremo a nessuno di trasformare un quartiere libero, vivo, che ha voglia di futuro, in un luogo di paura e morte”.

I manifestanti da Piazza Bologni in corteo si muovono su Via Vittorio Emanuele, Via Maqueda, Via delle pergole Piazza del Carmine , Via Ballarò, Piazza Ballarò, Via Fratelli Lagumina, Via Mongitore ,via Diego Orlando, Via Luigi Siciliano Villanueva, Via Albergheria fino al “Campo di Bocce”.

“Vive Palermo se vive Ballarò – ha detto il sindaco Leoluca Orlando partecipando insieme al presidente del Consiglio comunale, Salvatore Orlando, agli assessori, Emilio Arcuri, Agnese Ciulla, Barbara Evola e Giusto Catania e ai consiglieri della Consulta delle Culture con il loro presidente Adham Darawsha alla manifestazione-. Oggi Ballarò è il simbolo di Palermo perché il simbolo della possibile e necessaria convivenza e integrazione, del possibile e necessario affrancamento di Palermo dalla mafia, dalla violenza e dall’intolleranza. Il terribile atto di violenza contro Yusupha Susso è stato un atto di violenza contro tutta la città e per questo oggi siamo qui in migliaia, non solo per dimostrare solidarietà e vicinanza alla comunità del Gambia a Palermo ma soprattutto per affermare che Palermo non piega la testa davanti alla mafia e davanti alla violenza. Dalla comunità dei migranti, dai giovani del Gambia viene in queste ore una prova e una lezione di civiltà che rimane nella storia di Palermo: davanti alla violenza, davanti alla arroganza e davanti alla mafia non si deve e non si può voltarsi da un’altra parte, ma si deve e si può rispondere con la civiltà, la giustizia e la difesa dei diritti di tutti e di tutte”.

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