Sono state avviate stamattina le procedure per la presentazione dei progetti per l’utilizzo di beni confiscati alla mafia da parte di soggetti non-profit e per finalità sociali, culturali, educative e ludico-ricreative.
Sono in totale 166 gli enti non-profit ammessi alla seconda fase di questo bando.

Ai 161 già comunicati in precedenza (http://www.comune.palermo.it/noticext.php?cat=1&id=9183) sono stati infatti aggiunti altri cinque enti a seguito di una verifica della documentazione integrativa fatta da parte degli stessi.
I nuovi aggiunti sono le Associazioni: Babel, InformaGiovani, Trinacria 2010, New Corleone e Comitato Arcigay Palermo.

Tutti gli enti hanno ricevuto ieri sera le credenziali per accedere al portale appositamente realizzato da SISPI per il Settore Valorizzazione Risorse Patrimoniali, sul quale sono pubblicate le schede sintetiche con i dati dei 61 beni disponibili, così suddivisi:

– 26 appartamenti ad uso ufficio di quadratura variabile fra 29 e 1.100 metri quadri;
– 29 magazzini di quadratura variabile fra 28 e 600 metri quadri;
– 6 ville o complessi di ville.

Si allegano a titolo esemplificativo tre schede.

Ciascun ente potrà nei prossimi giorni prenotare la visita ai beni cui è interessato e potrà presentare, entro le ore 12 del 31 marzo, un massimo di due progetti, ognuno per una singola unità immobiliare di cui si chiede l’assegnazione. Il tutto avverrà sempre per via telematica tramite l’uso di PEC e firma digitale.
I progetti dovranno riguardare esclusivamente i seguenti ambiti: sociale, culturale, educativo e ludico/ ricreativo;

La graduatoria degli enti che risulterà dalla presentazione dei progetti resterà comunque valida per due anni, in modo da rendere veloce l’assegnazione di ulteriori eventuali beni di cui il Comune dovesse entrare in possesso in tale periodo.

“Un vasto patrimonio immobiliare si appresta a tornare alla collettività e per la collettività – hanno dichiarato il sindaco, Leoluca Orlando e l’Assessore, Luciano Abbonato -.Oggi si apre una nuova fase nella gestione dei beni confiscati a Palermo; una fase fatta di trasparenza dei criteri e delle procedure di selezione degli enti affidatari, cui corrisponderà in futuro l’attenta vigilanza sull’uso sociale di questi beni.Insieme al sempre maggiore numero di appartamenti che sono destinati all’emergenza abitativa, l’utilizzo di questi ulteriori beni per finalità sociali segna ancora una volta la vera differenza fra la mafia e l’antimafia, fra la violenza materiale e culturale da un lato e la solidarietà, lo sviluppo e la cultura dall’altro”