Nuovi appuntamenti per la Biennale Internazionale di Arte Sacra Contemporanea- BIAS dal titolo “LA PORTA – Porta itineris dicitur longissima esse” diretta e curata da Chiara Modìca Donà dalle Rose e promossa da WISH, World International Sicilian Heritage con il sostegno del Ministero degli Esteri, della Regione Sicilia, della Città di Palermo e della Diocesi di Palermo, Università di Palermo, Università Iuav di Venezia, Politecnico di Torino. Domenica 15 aprile è prevista l’apertura di luoghi nella Sicilia Occidentale. Alle ore 12:00, il testimone passa al Parco Archeologico di Selinunte, al Baglio Florio, con l’inaugurazione del Padiglione delle Religioni Perdute e Padiglione Esoterico e alle ore 17:00 con la Fondazione Orestiadi a Gibellina Nuova, presso il Baglio Di Stefano, un’altra importante inaugurazione in programma con il Padiglione Buddhista, Padiglione Taoista, Padiglione Abramitico e Padiglione Filosofico e il workshop fotografico con l’artista Kazuyuki Kanda presso il Padiglione Buddista.

Padiglione Abramitico
Abramo, eroe della fede, autorevole e obbediente portavoce della parola di Dio, Patriarca delle tre grandi religioni monoteiste – Ebraismo, Cristianesimo e Islamismo – da lui stesso diacronicamente accomunate, sigillo della storia della credenza, ponte tra Occidente e Oriente.
La storia di Abramo [in ebraico, אַבְרָהָם, ’Aḇrāhām anche Avraham, tradizionalmente inteso come ‘Padre di molti’ e in arabo ابراهيم‎, Ibrāhīm], reale o letteraria che sia, è narrata nel Libro della Genesi come anche nel Corano.

Le arcaiche origini comuni delle tre confessioni monoteiste, che a loro volta portano sulle spalle il peso dei sincretismi culturali sedimentati nel tempo (dal neoplatonismo alle influenze politeiste, asiatiche e africane) e che, paradossalmente, rappresentano una percentuale bassissima di fedeli nel Mondo, divengono testimonianza privilegiata del dialogo interculturale tra i popoli e delle analogie strutturali che caratterizzano non solo il pensiero dell’uomo, ma anche la sua co-azione sociale.

Ogni artista che ha scelto il Padiglione Abramitico, come innesto espressivo, ha avuto anche la possibilità di riconoscersi in una delle tre religioni monoteiste, pur mantenendo saldo il principio non di un’unità assoluta e/o relativizzante, quanto semmai di una complessità storica con cui il Presente deve sempre confrontarsi, specialmente in un momento come il nostro, marchiato da un pericolosissimo collasso cognitivo.

Padiglione Esoterico
L’esoterismo – dal greco ἐσώτερος, ‘interno’ – è quell’insieme di dottrine, simbologie e rituali che sono riservati a una ristretta élite di persone: gli iniziati, i sapienti. L’uso del termine si fa risalire alla differenziazione delle opere aristoteliche, suddivise in due categorie, “Esoteriche”, rivolte ossia ai propri discepoli, ed “Essoteriche” [dal greco ἐξωτερος, ‘esterno’] per un più largo pubblico.

La nostra storia è attraversata in effetti in tutte le società da questa dicotomia letteraria, che è prima di tutto collettiva, coniugata a sua volta in classi e in ordini culturali. Dalle religioni arcaiche a quelle pagane, dalle religioni monoteiste alle filosofie orientali e occidentali, dalle correnti mistiche alle pratiche alchemiche, dalle società teosofiche alla Massoneria, la diffusione di una conoscenza illuminata e reservata attraversa lo spazio e il tempo, coinvolgendo tutti gli attori sociali, sovrani e politici, artisti e personaggi illustri.

Gli artisti che hanno optato per questo padiglione lo hanno fatto per le più disparate ragioni, tutte connesse da un medesimo comune denominatore: lontane da ogni contaminazione New Age e animate, invece, da un profondo spirito di ricerca, le loro opere dialogano con la complessità del simbolo e la profondità di una conoscenza ancestrale, immanente, non immediatamente visibile, non fenomenica, metafisica.

Padiglione delle Religioni perdute
La complessità di questo padiglione si invera nell’autorappresentazione, da parte dell’artista, all’interno di un nucleo filosofico, ideologico e religioso mineralizzato, cristallizzato nel corso del tempo. Le religioni antiche, “morte” come si dice per le lingue, in verità continuano a vivere nelle testimonianze letterarie, artistiche e archeologiche che ci sono pervenute.

Sono, essenzialmente, motori immobili di una duplice ricerca: consentono, ossia, di meglio comprendere la documentazione del passato, il senso attribuito alle cose dalle popolazioni che l’hanno vissuto, la loro storia, la loro langue culturale, e, al tempo stesso, sono sempre state monoliti formativi, modelli di natura non solo artistica ma soprattutto etica.

Le nozze di Cadmo e Armonia di Roberto Calasso, compendio letterario raffinatissimo della mitologia classica, si apre con il celebre preludio di Sallustio, «queste storie non avvennero mai ma sono sempre», a indicare l’autorevolezza, all’epoca già autocosciente, che il pensiero antico ha avuto e continuerà ad avere sulla vita dell’uomo. Religioni e filosofie arcaiche, greco-romane, fenicio-puniche, assiro-babilonesi, cananee, preislamiche, precristiane, oggi non più esistenti, dimostrano che la memoria storica può essere vissuta e non esclusivamente musealizzata, che il linguaggio del Passato – sia esso verbale, scritto, gestuale, cultuale, artistico o antropologico – non ha mai perduto la sua vitalità.

Padiglione Buddista
Il Buddismo non è solo una tra le più antiche dottrine religiose del Mondo, legata alla metempsicosi, o che ha trovato grande diffusione nel subcontinente indiano, nell’Asia orientale e in Europa, ma è anche e soprattutto una ricerca speculativa, illuminata, che si interroga sul senso della vita e della morte, sulla possibilità di affrontare gli accadimenti quotidiani alla luce di un’etica per così dire stoica, ovvero lontano da quegli aggregati, fisici e spirituali che, in stretto legame con la materia sensibile destinata alla decadenza, creano nell’uomo sofferenza esistenziale, dukka in sanscrito.

L’artista che ha scelto il padiglione buddista è un uomo che, medium l’arte, cerca di trovare il senso del proprio ruolo nella società e soprattutto una strada alternativa per viversi.

L’evento vede la partecipazione di ben 115 artisti, tra i 480 che si sono candidati e coinvolge ben 22 luoghi in Sicilia, 3 luoghi in Egitto e 2 in Israele divenendo un’esposizione di respiro internazionale non solo per gli artisti partecipanti ma per in tutti i territori coinvolti. Gli eventi artistici (performance, concerti, spettacoli, convegni, ecc.), iniziati nel 2017 con la Preview a Venezia, in occasione della Biennale d’Arte di Venezia, sono oltre 40 e si snoderanno per tutto il 2018.