“Bilancio ripulito e attendibile”. È quanto ha detto il presidente delle sezioni riunite della Corte dei Conti Maurizio Graffeo nel corso del giudizio di Parificazione che si sta tenendo a palazzo Steri a Palermo. Sono presenti il presidente della Regione Rosario Crocetta, l’assessore Alessandro Baccei e il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone.
Per la prima volta dopo anni davanti alla Corte dei Conti si è parlato di “epocale ripulitura dei conti. Adesso si tratta di bilanci più attendibili”.
“Non si torni indietro ai vizi del passato” è stato il monito di Graffeo. Sembra rispettata, dunque, la previsione in base alla quale per la prima volta la Regione doveva presentare un bilancio che possa essere pareggiato senza rischi (lo scorso anno si sfiorò il mancato pareggio), in base a quanto affermato dal Presidente della Regione e dall’assessore all’economia in una conferenza stampa di un mese fa circa.
Il rendiconto generale presenta un avanzo di gestione che va a diminuire i residui attivi accantonati e non dovrebbe presentare criticità in itinere ovvero spese non onorate e spostate al bilancio successivo come accaduto in passato.
In base ai conti fatti da Baccei e dai suoi uffici la Sicilia aveva due miliardi di euro di disavanzo a fine 2014, “oggi abbiamo 636 milioni di avanzo (in base al rendiconto generale di chiusura annunciato a inizia giungo e oggi in discussione davanti alla corte ndr), con la differenza in un anno di quasi due miliardi e 700 milioni”.
Ma il risultato principale non è l’abbattimento del debito ‘cartolare’ (ovvero sulla carta) ottenuto con la chiusura del bilancio 2015 quanto l’arrivo da Roma dei fondi che salvano il bilancio 2016, i famigerati 500 milioni che diventano sulla carta un miliardo e 400 milioni (o un miliardo e 630 milioni a seconda dell’andamento delle entrate nell’anno in corso) e la stabilizzazione dei criteri di entrata e trasferimento. Risultati considerati importantissimi dal governo ma attaccati come devastanti dalle opposizioni parlamentari e non.
Ci sono 4482 richieste di pensionamento tra i dipendenti regionali. Tra il 2015 e il 2020 andranno in pensione quasi 4.500 regionali. È invece, uno dei dati emersi dal rendiconto generale della Regione Siciliana per l’esercizio finanziario 2015 nella relazione del procuratore generale d’Appello Diana Calaciura Traina. Una cura dimagrante grazie ai prepensionamenti previsti in finanziaria.
Sulla Sicilia pesano, però, guai molto seri:“I continui episodi di corruzione fanno fuggire gli investitori internazionali – ha denunciato Diana Calaciura Traina procuratore generale d’Appello nel corso della requisitoria nel giudizio di Parificazione del rendiconto generale della Regione Siciliana – . L’ho detto lo scorso anno e lo ribadisco quest’anno, ma nulla è cambiato. È evidente che la crisi economica e la corruzione procedono assieme. La corruzione è una malattia sociale. I fatti di cronaca settimanali ci dicono che è una malattia inguaribile, una vera anestesia della morale. Come si combatte la corruzione? Con la trasparenza e la semplificazione delle procedure. Servono queste cure preventive”.
Nel complesso i conti della Regione sono stati sviscerati. Aumentano le entrate e diminuiscono le spese. Il bilancio 2015 della Regione siciliana ha registrato un aumento del 24,12% delle entrate accertate, passate da 17.683 milioni del 2014 a 21.947 milioni del scorso anno.
Si è assistito a un aumento delle entrate correnti accertate (11,60%), cresciute da 15 miliardi 497 milioni a 17 miliardi 296 milioni, un aumento delle entrate accertate conto capitale (99,76%), passate da un miliardo 294 milioni a 2 miliardi 585 milioni, mentre gli accertamenti di entrate per accensione di prestiti sono state 2 miliardi 66 milioni.
Sensibile la contrazione dei residui attivi che dai 14 miliardi 384 milioni di euro al 31 dicembre 2014, si sono attestati alle fine del 2015 a 4 miliardi 162 milioni di euro. Anche le spese complessivamente impegnate dalla Regione hanno fatto registrare una lieve riduzione rispetto al precedente esercizio, passando da 19 miliardi 908 milioni a 19 miliardi 432. C’e’ stato, invece, un aumento delle spese correnti impegnate che dai 16 miliardi 477 milioni di euro nel 2014 sono diventate 16 miliardi 730 milioni di euro nel 2015. Sono diminuite le spese in conto capitale (da 3 miliardi 188 milioni nel 2014 a un miliardo 922 milioni nel 2015), mentre le spese per rimborso di prestiti sono passate da 242 milioni del 2014 a 779 milioni del 2015.
“Non credo che servisse a nessuno, e soprattutto non serviva ai siciliani, fare dei bilanci falsi – ha commentato il Presidente della Regione -. Noi abbiamo fatto un’operazione verità nell’ambito della quale abbiamo scoperto entrate fittizie, ma anche impegni di spesa che non avevano più senso e che sono stati tagliati”.
“La Corte dei conti – ha aggiunto il governatore – tiene conto dei risultati positivi di crescita dell’economia e dell’azione di chiarezza fatta sui residui attivi e passivi. E chiaro che nel momento in cui si fa chiarezza sui residui si scopre anche che l’indebitamento aumenta, non perché abbiamo incrementato i debiti ma solo perché li scopriamo”.
“Noi abbiamo ritenuto giusto – ha concluso Crocetta – che i debiti del passato si pagassero attraverso l’attività dei mutui. Mi sembra un’operazione di chiarezza e di messa a posto dei conti, che viene riconosciuta dalla Corte dei conti”. Sul persone il governatore spiega che “abbiamo ridotto di un terzo la pianta organica della Regione, un provvedimento che abbiamo voluto con forza. Gli effetti positivi dei provvedimenti presi nel 2015 si sono manifestati non in quello stesso anno ma nella prima metà del 2016”.
La Corte ha riconosciuto anche il lavoro della Regione. “C’è stato un incremento del Pil – ha aggiunto Crocetta – e dell’occupazione soprattutto nel settore dell’agroalimentare e del turismo e anche un aumento della fatturazione delle entrate, che dipende dal fatto che abbiamo intensificato la spesa dei fondi europei”.
“Penso che sia un buon giudizio da parte della Corte dei Conti. E’ stato riconosciuto lo sforzo che abbiamo fatto in questo anno – commenta Alessandro Baccei – sia sullo dalle leggi di riforma che dall’operazione di riaccertamento dei residui. La Corte ha parlato di operazione epocale da una vita che si doveva fare. Noi abbiamo avuto il coraggio di farla. Di notevole importanza anche l’accordo con lo Stato che secondo me avrà la capacità di consentire di programmare le attività della Sicilia. Un miliardo e sette cento mila in più con i quali ci sarà uno stop ai debiti e si ferma l’erosione delle base imponibile delle imposte portando, quindi, più gettito e più serenità alla Sicilia”.
“Abbiamo un bilancio reale. E’ evidente che l’attivo era di 14 miliardi di cui dieci erano gonfiati e li abbiamo cancellati”.
Ma il procuratore generale d’Appello presso la Corte dei conti Diana Calaciura Traina ha bacchettato la Regione sulle Partecipate. “Sulle partecipate – ha aggiunto Baccei – l’analisi è un po’ di diversa. Anni fa è stata fatta la scelta di assumere queste persone. Queste persone offrono dei servizi, l’opera che sta facendo la Ragioneria e l’assessorato è di verificare se questi servizi siano fatti a prezzo di mercato. L’importante è che questi lavori siano produttivi”.
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