Gela, formalmente provincia di Caltanissetta ma materialmente un mondo a parte. Una terra dalle forti contraddizioni, che forse meglio di ogni altra rappresenta lo specchio di una Regione dalle molteplici potenzialità troppo spesso celate. Il suo porto è tra le opere più attese. A parlare a BlogSicilia di Gela e di quel territorio e in particolare dell’ampliamento del porto, opera la cui realizzazione era attesa da tempo, l’onorevole Michele Mancuso, Deputato eletto in quella circoscrizione e Coordinatore di Forza Italia per la provincia di Caltanissetta.

Onorevole Mancuso, da anni si attende l’ampliamento della nuova struttura portuale. Dopo tante promesse, come si stanno muovendo Governo e maggioranza per la realizzazione di un’opera di interesse regionale?

Beh, posso dire che finalmente, dopo 14 anni, prende forma quella che era diventata una chimera, un vero e proprio sogno per i gelesi e i siciliani tutti, cioè il progetto del porto di Gela. Ricordo che subito dopo essere diventato Deputato, in una trasmissione televisiva mi sentii dire che la burocrazia bloccava il progetto da 14 anni. Ebbene, è bastato un semplice confronto con i dirigenti, i funzionari ed i tecnici dell’Assessorato alle Infrastrutture, per trovare la quadra e portare avanti un progetto per il rilancio occupazionale della Sicilia del centro-meridionale. Abbiamo organizzato diversi tavoli tecnici e siamo riusciti a realizzazione un’opera marittima da circa 143 milioni di euro, di grande rilievo nazionale e tra le più importanti di sempre. Sicuramente il Governo Musumeci ha tanto interesse a portare avanti questo progetto. È un impegno di cui si è fatto carico l’Assessorato alle infrastrutture, è un impegno che non possiamo non sostenere come Parlamentari e come operatori della politica e dell’amministrazione del territorio.

Il commissariamento della città ha facilitato la decisiva accelerazione dei lavori?

Purtroppo la città di Gela è oggi una città commissariata. Questo però non vuol dire che è paralizzata. Una città commissariata lo è per colpa o per demerito della politica del non fare. Il Commissario, da cittadino e Rappresentante delle Istituzioni, ha tutto l’interesse a collaborare e portare avanti un progetto di questa levatura, per cui non rappresenta un ostacolo, anzi al pari di qualunque altro Sindaco può essere un’opportunità nell’espletamento di tutti i passaggi amministrativi e burocratici.

L’attività marittima di Gela è di fatto bloccata da anni, con evidenti perdite del volume d’affari. Quali sono le prospettive per il suo rilancio, nella considerazione che parliamo di una delle zone industriale più importanti della Sicilia?

Il progetto portuale, parlando con gli uffici preposti, è già in Commissione lavori pubblici. Probabilmente già in primavera si potrà immaginare l’ipotesi del bando di gara. Ciò significa che entro l’anno prossimo potrebbero partire i lavori, tenuto conto che la realizzazione non può andare oltre la data del 2022, per una questione di rendicontazione dei Fondi Europei che finanziano il progetto stesso. Credo che si offrirà dunque una grande opportunità a una città e agli operatori che tutt’oggi combattono con il problema dell’insabbiamento nel porticciolo. Questo arreca ovviamente danni di natura economica. È solo un esempio che sommato ad altri testimonia quanto sia il Golfo di Gela che tutta la provincia di Caltanissetta, siano territori che hanno sofferto. Qui ci sono enormi potenzialità, per il presente e per il futuro. Di fatto, essendo lo Stretto in una posizione strategica, tra la Sicilia e l’Africa, si registra ogni anno il passaggio di circa 46 mila navi. Con il gasdotto che arriva da Malta si potrebbe intercettare un’altra occasione: quella del rifornimento di questo enorme flusso navale. Quindi, in definitiva, lo sviluppo che potrebbe offrire un’opera di questo tipo è sia economico ma anche e soprattutto di prestigio a livello internazionale, per tutta la Sicilia. Io per primo ho l’interesse a sostenerlo e portarlo avanti, perché si possa tornare a parlare di questa Terra in termini di crescita e non solo per i soliti cliché denigratori.