Dimessi gli ultimi due assessori che erano rimasti in carica e persino il presidente del consiglio comunale al Comune di Borgetto. Questa mattina hanno depositato le loro dimissioni gli assessori Roberto Davì e Monia Jerbi, e il presidente dell’assise Fabio Salamone. Sostanzialmente le motivazioni sono identiche: quelle cioè di lasciare le mani libere al sindaco Luigi Garofalo per provare a ricomporre una maggioranza. E soprattutto tentare di sventare la mozione di sfiducia presentata due giorni fa da ben 9 consiglieri comunali su 12.

“Rispetto per la cittadinanza”

“A seguito della crisi politico-amministrativa, – scrive Salamone – oggi ho ritenuto doveroso e rispettoso presentare le mie dimissioni dalla carica di presidente del consiglio comunale di Borgetto. Un sentito ringraziamento a tutti coloro che mi hanno permesso ed aiutato a ricoprire e portare avanti per 32 mesi questa carica istituzionale”. Davì è sulla stessa lunghezza d’onda. “Diamo la possibilità al sindaco – afferma – di costruirsi una nuova maggioranza e avere quindi le mani libere. Un gesto doveroso anche nei confronti della cittadinanza”.

Gesto della disperazione

La mozione di sfiducia è stata presentata due giorni fa da ben 9 consiglieri comunali su 12, e per approvarla basterebbero 8 voti. L’impressione è che questo totale azzeramento delle cariche sia una sorta di gesto della disperazione, un’ultima spiaggia per il primo cittadino. Da più di un anno Garofalo è senza maggioranza e il problema si è acuito quando anche i tre consiglieri del Partito Democratico gli hanno ritirato la fiducia. Tra loro anche il consigliere Alessandro Santoro, che appena qualche giorno fa si era dimesso dalla carica di vicesindaco in aperta polemica con Garofalo. A seguirlo a ruota ci fu Antonio Maltese che si dimise da assessore.

La sfiducia

Secondo le norme che regolamentano la materia, la mozione di sfiducia dovrebbe essere discussa in consiglio tra l’11° e il 30° giorno dalla sua presentazione. Da tempo molte forze politiche avevano chiesto al sindaco di azzerare tutte le cariche politico-amministrative, quindi non solo la giunta ma anche la presidenza e vicepresidenza del consiglio.

Il governo di larghe intese

Si era anche cominciato a parlare di un governo di larghe intese, con la possibilità di inserire nella giunta borgettana tutte le forze politiche, anche il Movimento 5 Stelle che alle elezioni di 3 anni fa presentò una candidatura a sindaco in alternativa a quella di Garofalo. Dialogo che però sino ad oggi era fallito. Ora però, con l’azzeramento delle cariche, tutto potrebbe tornare in discussione. Il primo cittadino sin da subito avvierà le consultazioni.

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