Tutte le espulsioni del Movimento Cinque Stelle tra il 2014 e il 2017 sono illegittime. A stabilirlo, con una decisione che rischia adesso di provocare un terremoto all’interno del gruppo politico, è una sentenza del tribunale di Palermo, che ha dichiarato illegittima la sospensione nel 2017 dell’ex deputato Riccardo Nuti, coinvolto nell’inchiesta sulle firme false del M5S per le amministrative palermitane del 2012. La vicenda viene ricostruita stamane nell’edizione locale del quotidiano ‘La Repubblica’.
Regolamento modificato “illegittimamente”
Secondo i giudici, il regolamento del M5s del 23 dicembre 2014, con cui si introduceva un comitato di appello e si regolava la questione delle sospensioni e delle espulsioni, era illegittimo, così come le modifiche del 2016, in quanto non approvato dagli associati del Movimento, mentre per le modifiche successive era mancato il quorum. “L’illegittimità del regolamento e delle modifiche statutarie del M5S del 2014 e del 2017 rende illegittime tutte le espulsioni irrogate dallo staff di Beppe Grillo prima, e dal collegio dei probiviri e dal comitato d’appello poi, nel periodo dicembre 2014- dicembre 2017 – dichiara l’avvocato Lorenzo Borre a ‘Repubblica’ – Adesso si spalancano praterie per il risarcimento danni”.
Altri tre esponenti coinvolti
Insieme a Nuti, a seguito del caso sulle firme false, il collegio dei probiviri del Movimento aveva sospeso anche le allora deputate Claudia Mannino e Giulia Di Vita e l’ex collaboratrice del gruppo parlamentare dell’Ars Samantha Busalacchi, per ‘non aver raccolto l’appello del garante del M5S che aveva chiesto un’autosospensione a tutela dell’immagine del Movimento’. Come Nuti anche loro sono state condannate a un anno e dieci mesi in primo grado. Il tribunale di Palermo per la sospensione di Nuti ha anche condannato il M5s a pagare le spese legali per 8 mila euro.
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