L’Ordine dei giornalisti Sicilia prende atto con sconcerto dei contenuti di una chiacchierata fra i conduttori di un podcast trasmesso sul web e il figlio del sanguinario boss mafioso, Totò Riina. E’ scritto in una nota ufficiale dell’organismo professionale dei giornalisti siciliani.

“La chiacchierata, che non possiamo considerare intervista sia perché i conduttori del podcast non sono giornalisti sia perché il figlio di Riina ha potuto incensare il padre senza che nessuno dei presenti ricordasse le condanne del padre passate in giudicato e i reati a esse connessi, vene considerata un’offesa alle vittime di Riina, a quelle di mafia più in generale e a tutta la categoria dei giornalisti” si legge nel documento.

“Con particolare riferimento a quei colleghi che quotidianamente svolgono con professionalità questo mestiere, rischiando la propria incolumità e, a seguito dell’uso e dell’abuso dello strumento della querela, anche i propri patrimoni. L’Ordine dei giornalisti Sicilia invita tutte le autorità interessate a verificare se nel corso del podcast possano essere riscontrate fattispecie di reato e, per proprio conto, si muoverà per verificare il configurarsi del reato di esercizio abusivo della professione”.

Il conduttore si difende

Prova a difendersi dalla valanga di reazioni negative allo spazio dato al figlio di Totò Riina senza contraddittorio nel suo podcast indipendente, “Lo Sperone” il conduttore Gioacchino Gargano. Lo fa ricordando la sua storia personale di parente di vittima di mafia a voler segnalare che l’intenzione non fosse dare spazio ad una narrazione filo mafiosa.

Il racconto di Gargano

“Era il lontano febbraio del 2009, avevo poco più di 11 anni, quando uccisero a colpi d’arma da fuoco mio nonno, Salvatore Mangano, padre di mia madre. Incensurato, senza precedenti penali, un semplice operaio edile. Dopo tanti anni non sappiamo ancora chi l’ha ucciso e perché, ma sappiamo che è una possibile vittima di mafia e che la sua storia è finita nell’oblio giudiziario e ogni anno siamo solo io e la mia famiglia a celebrarlo e ricordarlo”.

Gioachino Gargano è uno speaker e continua  “Il mio punto di vista è assolutamente di condanna verso questi personaggi che hanno macchiato la nostra Sicilia di crimini indicibili. Io mi assumo sempre le responsabilità delle mie interviste da speaker e, a costo di prendermi qualche sberla mediatica in faccia, ho dato la possibilità di esprimere il pensiero a un uomo che è sicuramente pregiudicato, figlio di un animale feroce, il più cattivo e privo di umanità. Un uomo che non si può appoggiare, né elogiare mai. Perché la mafia non si appoggia e non si elogia. La mafia si schifa, la mafia non si approva, la mafia si combatte e si distrugge. Così come ci insegnano i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”

Prese in prestito le parole di Impastato

“La mafia – continua Gargano è e resta la “montagna di merda” di cui parlava Peppino Impastato e una ferita profonda nella nostra società, nella nostra terra. Far raccontare la sua versione dei fatti al figlio del capo dei capi, lo riconosco, è stata un’azione insidiosa. A nome mio, de lo sperone podcast e di tutti i ragazzi che ci lavorano dietro le quinte, informo che noi ci discostiamo da qualsiasi sistema mafioso e da qualsiasi pensiero mafioso. Schifo la mafia e il suo sistema da prima che diventassi uomo, da quando ero bambino tra i banchi di scuola. Lì piangevo la mancanza di un nonno ucciso dalla violenza più feroce e che non avrei più visto accompagnarmi a casa come faceva sempre. Non potrei mai appoggiare tutto questo schifo chiamato mafia”.

Poi il riferimento ai figli che possono redimersi

“Ricordatevi comunque – sottolinea Gargano – che i figli non scelgono i propri genitori. Sta a loro prenderne eventualmente le distanze. Giuseppe Salvatore Riina è nato nel contesto più terribile. E per quanto anche lui abbia avuto precedenti nella vita le possibilità di redimersi vanno date a tutti. In questi anni Giuseppe Salvatore Riina ha rilasciato tante interviste, ma non si è mai aperto così come ha fatto con noi”.

Lo spauracchio dell’oscuramento

“Proporre – conclude Gargano – di cancellare la puntata dal Web o addirittura tutto il podcast come hanno chiesto certuni politici, che tra l’altro in passato si sono fatti intervistare da me, mi renderebbe solo vittima di un sistema di finti propagandisti della libertà, che della stesa libertà ne fanno una farsa per cercare click nei profili social e voti tra la gente più sensibile”.