“Il Ponte sullo Stretto è l’opera ingegneristica più importante del secolo che farà brillare l’Italia agli occhi del mondo intero”.

A dirlo questa mattina è Nino Germanà, senatore e segretario regionale della Lega in Sicilia. La sua è solo l’ultima di una lunga serie di dichiarazioni in difesa dell’opera sotto attacco da parte delle opposizioni dopo la lettera con la quale la Corte dei Conti, in 5 cartelle, boccia due delibere propedeutiche e chiede chiarimenti su altri sei punti.

Nessuna bocciatura

“Non c’è stata nessuna bocciatura da parte della Corte dei Conti sulla delibera Cipess, ma semplicemente richieste di chiarimenti e di integrazioni, come giusto che sia, che arriveranno nei tempi previsti. Non c’è stato un giorno dall’inizio di questa legislatura che le opposizioni non abbiano gridato allo scandalo in maniera del tutto strumentale e ideologica, ma noi siamo convinti di andare avanti nell’interesse del paese e l’obiettivo è quello di chiudere questa legislatura con due anni di cantiere alle spalle” aggiunge Germanà.

I lavori non partiranno ad ottobre

Nel frattempo, però, l’unica cosa certa è che non partiranno neanche ad ottobre ma sarà solo un breve rinvio per rispondere alla Corte. L’amministratore delegato della Stretto di Messina Ciucci nega, infatti, che ci sia uno stop piuttosto solo alle normali richieste di chiarimenti e approfondimenti che non riguardano, però, il progetto definitivo del ponte.

Minimizza anche il governo per bocca del sottosegretario Morelli secondo il quale si tratta di passaggi normali. Attaccano Pd e 5 stelle che parlano di governo smascherato dalla Corte dei Conti e dall’Europa .

Rincarano la dose i 5 stelle

“Come volevasi dimostrare, il ponte sullo Stretto altro non è che l’ennesimo mega spot di propaganda del governo Meloni. Il sonoro stop all’iter da parte della Corte dei Conti che solleva pesanti rilievi, invitando il governo a ritirare in autotutela la delibera del CIPES, è una sonora bocciatura per Salvini. Evidentemente questo governo ha accelerato l’iter per ragioni politiche e per assecondare convenienze diverse da quelle utili ai siciliani. Come rilevato dai magistrati contabili ci sono lacune sull’iter, sui costi e sull’impatto ambientale. I 13,5 miliardi del ponte devono essere utilizzati invece per rendere la Sicilia normale, con strade percorribili, trasporti efficienti, acqua h24, sanità e scuole che non crollino” dichiara il coordinatore regionale del Movimento 5 Stelle e vice presidente dell’ARS Nuccio Di Paola.

Per Antonio Iaria, capogruppo pentastellato in Commissione Trasporti “I rilievi mossi dalla Corte dei Conti sugli incartamenti del ponte sullo Stretto, certificano ancora una volta tutta la superficialità del Salvini “ministro”. La stessa che abbiamo avuto modo di vedere sui disastri del trasporto ferroviario, sulla gestione dei porti, su quella delle licenze dei taxi, sugli aeroporti, sul trasporto pubblico locale, sulla crisi idrica al Sud e in tanti altri frangenti. Sul ponte, opera su cui il governo Meloni ha maldestramente puntato tutte le fiches, assistiamo da due anni a un lavoro di sciatteria senza precedenti: documenti incompleti, procedure ripetutamente forzate, iter fantasiosi, stime approssimative tanto sui costi quanto sulle previsioni di traffico, pareri tecnici parziali. La Corte dei Conti non ha fatto altro che rilevare questi aspetti, anche dopo l’ok alla delibera del Cipess. Arrivati a questo punto, chiediamo a Meloni e al suo governo di finirla con questo immane pastrocchio: prima di attivare anche un solo escavatore, il ministro Salvini deve venire in Parlamento con tutti i faldoni che riguardano l’infrastruttura per una grande operazione trasparenza. E’ scandaloso che ci siano documenti non accessibili per noi parlamentari. Rimaniamo dell’idea che questo “capriccio” del segretario leghista, che nel 2017 era uno dei più ferventi oppositori di questo ponte, sia solo un grande scippo ai calabresi e siciliani. Ed è curioso che ieri, proprio nelle ore in cui la Corte dei Conti rilevava le lacune del dossier, a palazzo Chigi il team di Meloni dava vita a un ennesimo dipartimento dedicato al Mezzogiorno, con imprecisate deleghe su Zes e risorse da intercettare. Un altro sberleffo per i nostri connazionali meridionali: prima li si deruba per finanziare la propaganda di Salvini, poi si fa finta di risarcirli con l’illusione ottica di strutture ad hoc. Assurdo” conclude il capogruppo M5s in commissione Trasporti alla Camera Antonino Iaria.

La Cgil chiede di ritirare il progetto

La Cgil si spinge fino a chiedere al governo di ritirare il progetto per evitare danno erariale e procedure di infrazione comunitaria.

A Landini, e di fatto a tutti, rispondono Sudano e Carrà “Dalla Cgil consuete farneticazioni anti italiane. Landini si rassegni: il Ponte sullo Stretto si farà e non saranno né la propaganda né i suoi scioperi a fermarlo”.