Nel caos firme false del M5S che ha riguardato le amministrative palermitane e incrinato gli equilibri all’interno dei pentastellati siciliani, si allunga un sospetto che riguarda la presentazione delle liste per le elezioni regionali in Sicilia . A sollevarlo è il segretario provinciale dei dem di Palermo Carmelo Miceli che chiede approfondimenti alla magistratura.

Dopo la firmopoli per le amministrative di Palermo del 2012, partita proprio da,la richiesta del Partito democratico di accesso agli atti e da un’inchiesta giornalistica della trasmissione ‘Le Iene’, esiste il fondato sospetto che anche la presentazione delle liste per le elezioni regionali dello stesso anno siano state inquinate da falsificazioni”. A denunciarlo Carmelo Miceli, segretario provinciale del Partito democratico di Palermo.
L’esponente dem spiega che “Digitando sul motore di ricerca Google la frase: ‘curriculum vitae Loredana Lupo’, come primo risultato compare il seguente link: ‘http://www.sicilia5stelle.it/regionali2012/candidati/palermo/LUPO_LOREDANA_PA.pdf.

Cliccando su di esso è possibile scaricare la documentazione presentata dall’onorevole Loredana Lupo per la candidatura a deputato regionale nella lista del Movimento 5 Stelle. “Le prime cinque pagine – prosegue – sono il curriculum vitae, poi la ‘dichiarazione di autocertificazione ex art. 46 D.P.R. del 28/12/200, n. 445’ e, a seguire, altri documenti. Chiunque vi accederà potrà riscontrare che, a piè di pagina di ognuno di tali documenti, tranne nel certificato dei carichi pendenti e in quello del casellario giudiziario, figurano le firme dell’onorevole Lupo”. “Una semplice analisi di queste ultime – continua Miceli – fa emergere una discrepanza piuttosto evidente. La firma apposta in calce alla dichiarazione di autocertificazione ex art. 46 D.P.R. del 28/12/200, n. 445 risulta essere palesemente diversa da tutte le altre. Molto meno armonica e ‘femminile’ e con una discrasia evidente. Nello specifico – sottolinea –, basta confrontare lo stile di scrittura delle lettere di tali firme per comprendere che si tratta di grafia diversa. Ad esempio, analizzando e confrontando la vocale ‘o’ del cognome Lupo si evince facilmente che quella della firma originale si conclude sempre con un tratto che parte dal basso e va verso l’alto, mentre quella presente nell’autocertificazione, al contrario, parte dall’alto e chiude verso il basso. Tale elemento, dunque – aggiunge l’esponente dem –, dimostra l’esistenza di una diversità tra le c.d. ‘via d’uscita’ di tali firme, tale da legittimare il sospetto che non siano apposte dalla stessa persona. E se ciò fosse confermato saremmo dinanzi ad un caso di firme false anche per le regionali del 2012”.
“Questi elementi – spiega Miceli –, uniti a quelli già emersi in relazione alla lista presentata dal Movimento 5 Stelle alle amministrative 2012 di Palermo, ci obbligano a verificare se anche per le elezioni regionali del 2012 e le successive nazionali del 2013 (competizioni dove il Movimento 5 Stelle ha avuto diversi eletti) le liste del Movimento siano state depositate con uno o più documenti falsi che, ove accertati tali, ne avrebbero dovuto determinare la non ammissione. In virtù di ciò – annuncia – in qualità di segretario provinciale del Partito Democratico di Palermo, depositerò a breve una richiesta di accesso agli atti per le liste presentate dal Movimento 5 Stelle sia alle regionali che alle politiche, così da verificarne regolarità e originalità di tutta la documentazione a corredo”.
“Scoprire che i Cinque Stelle, dopo le amministrative di Palermo, abbiano potuto falsare anche le elezioni regionali o le politiche del 2013 sarebbe gravissimo. Ciò nonostante – conclude – la verità rimane sempre la migliore medicina contro ogni forma di disonestà”, conclude Miceli.

Piccata la replica dei 5 stelle “Miceli? Cavalca la storia delle firme per dimostrare che lui esiste – sostengono – chissà, se come candidato si fosse impegnato allo stesso modo, citofonando porta a porta, come sta facendo per indagare sulla storia delle sottoscrizioni per la presentazione della lista 5 stelle di Palermo, magari sarebbe anche riuscito ad arrivare a 5 voti alle elezioni di Carini”.

Il M5S all’Ars considera questa uscita l’ultima “boutade” della “punta di diamante” palermitana piddina, che sta fecendo di tutto per informare i cittadini che anche lui orbita nel mondo della politica.

“Il sillogismo che questo signore ha tirato fuori per dimostrare che le firme per le regionali potrebbero essere false è veramente ridicolo e provano solo la sua spasmodica ricerca di visibilità, che, evidentemente, non riesce a trovare con azioni politiche di spessore. Al distratto e indefesso ‘suonatore di campanelli’ vogliamo ricordare che in casa Pd le firme false sono ordinaria amministrazione e hanno portato non solo ad indagini, ma anche a condanne e in alcuni casi, come a Bergamo nel 2010, addirittura a resuscitare i morti. La differenza tra noi e loro si vede dalla reazione: noi, per i casi gravi, chiudiamo con chi sbaglia, loro chiudono gli occhi. Sempre”.