Palermo ospiterà, il 25 e 26 giugno, “From the sea to the city – A conference of Cities for a Welcoming Europe”, una conferenza fra diversi sindaci europei, organizzata dal network di organizzazioni provenienti dalla società civile ed operanti in prima linea nella difesa per i diritti dei migranti.
Da tutta Europa a Palermo
I sindaci di Postdam, Valencia, Barcellona, Amsterdam, Tirana, Atene, Tunisi, Monaco di Baviera, Marsiglia, Lampedusa, Bari, Bologna, solo per fare qualche esempio, in presenza o streaming, e altre importanti personalità religiose ed intellettuali europee, si incontreranno a Palermo, per sottoscrivere un documento comune che vuole essere un messaggio di concretezza ad un’Europa considerata dagli organizzatori dell’evento fumosa e inconcludente rispetto al problema dei migranti. Non solo città portuali, dunque, ma territori che vivono il tema dell’accoglienza e del confronto con i flussi migratori. Per scelta degli organizzatori non parteciperanno autorità nazionali, ma solo sindaci. Fra le proposte che saranno lanciate domani la nascita di un servizio civile europeo per il salvataggio di vite in mare.
Accogliere anche a dispetto delle politiche migratorie
“I Sindaci – ha detto il primo cittadino di Palermo Leoluca Orlando – sono pronti ad accogliere anche a dispetto delle politiche migratorie dei Paesi di appartenenza. Il messaggio che da Palermo si vuole irradiare all’Europa è basta con le chiacchere e i dibattiti interminabili che fungono da alibi alla morte di persone in mare: mentre gli Stati discutono si sta verificando un genocidio nel Mediterraneo. Sollecitiamo la nascita di un servizio civile europeo di salvataggio, finanziato dall’Europa, che possa mettere a sistema l’azione delle Ong. Il primo dovere dell’Europa è salvare vite umane e liberare dal giogo dei mercanti di uomini chi avrebbe il diritto di arrivare in Europa per la sua condizione di perseguitato o rifugiato, ma costretto a pagare cifre esorbitanti ad organizzazioni criminali e a rischiare la vita. Questo è un reato penale di cui si macchia l’Europa, perché vieta al detentore di un diritto di esercitarlo. Auspico che il presidente del Consiglio Mario Draghi possa spendere la sua credibilità, così come accaduto per i fondi del Recovery fund, anche per trovare soluzioni concrete per i migranti”.
E sul problema del ruolo delle Ong per Orlando “Il fermo amministrativo, che può anche avere le sue ragioni (il riferimento è alla Sea Watch alla quale una delegazione fa visita proprio oggi), non può trasformarsi in ostaggio e privare migliaia di persone dalla possibilità di essere salvate in mare, quale che sia la loro provenienza”.
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