“E’ semplicemente vergognoso che a fronte all’aumento della popolazione detenuta, con contestuale crescita dei carichi di lavoro ormai divenuti insostenibili, aggressioni, sommosse e rivolte, le direzioni non si pongono scrupoli ad inoltrare procedimenti disciplinari, condannando sempre i Poliziotti senza garantire il diritto di difesa”. E’ quanto dichiarano i segretari generali dei sindacati di polizia penitenziaria in Sicilia Calogero Navarra Sappe, Dario Quattrocchi Osapp, Gioacchino Veneziano Uilpa Pp, Francesco D’Antoni Uspp, Domenico Ballotta Fns Cisl, Alfio Giurato Fp Cgil.

“L’ufficio del personale prima, seguito dal consiglio regionale di disciplina sembra essere più il tribunale di Norimberga, vista la sicura proposta di condanna che ogni procedimento trattato determina, col successivo decreto del provveditore regionale conferma l’inclinazione a punire senza pietà per fatti e cause non imputabili totalmente al volere dei lavoratori. Lo sanno anche le pietre che in Sicilia – continuano i sindacalisti – che le strutture sono decadenti, che aggressioni, sommosse e rivolte sono possibili grazie alla carenza di organico e i poliziotti penitenziari vengono ingiustamente puniti, senza nemmeno un equilibrato diritto di difesa.

Non siamo più disponibili a vedere colleghi puniti per fatti e circostanze costruite ad hoc per scaricare responsabilità gestionali non imputabili alla loro volontà, addirittura tramite controllo con telecamere, attività assolutamente vietata dal recente accordo nazionale quadro, e con procedure amministrative completamente disallineate che regolamenta l’esercizio del potere disciplinare. Per questo chiederemo una commissione d’inchiesta al ministro della Giustizia Nordio, al sottosegretario Delmastro, al Capo del Dap Russo e al garante per la protezione dei dati personali, affinché questi abusi nei confronti della Polizia Penitenziaria cessino immediatamente”.