- Quattro arresti nella casa di riposo i Nonnini di Enza
- Sequestrata la struttura e affidata ad un amministratore giudiziario
- Frasi choc all’interno della struttura
A denunciare le violenze e i maltrattamenti è stato un ospite della casa di riposo di Palermo. Dopo due mesi di indagini coordinate dal dipartimento fasce deboli della procura, coordinato dall’aggiunto Laura Vaccaro, il gip Cristina Lo Bue ha emesso un’ordinanza agli arresti domiciliari per un amministratore e tre dipendenti della onlus “I nonnini di Enza”.
Gli arrestati
I destinatari del provvedimento sono Maria Grazia Ingrassia 55 anni, Carmelina Ingrassia 52 anni, Mariano Ingrassia 63 anni, e Vincenza Alfano 28 anni, tutti residenti a Palermo, ai quali la Procura della Repubblica ha contestato i reati di maltrattamento, lesioni personali, nonché di violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro.
I quattro destinatari del provvedimento sono tutti residenti a Palermo e sono accusati di maltrattamento, lesioni personali, nonché di violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro.
Con il medesimo provvedimento, il gip ha disposto il sequestro preventivo della onlus che è stata affidata ad un amministratore giudiziario nominato dal tribunale per assicurare la prosecuzione dell’attività con personale qualificato nell’interesse e per la salvaguardia degli ospiti della struttura.
Intercettazioni choc dentro la casa di riposo
Le indagini dei finanzieri del nucleo di polizia economico – finanziaria di Palermo diretto dal colonnello Gianluca Angelini si sono sviluppate attraverso specifiche attività di intercettazione che hanno consentito di documentare fin da subito episodi di maltrattamento, fisico e psicologico, ai danni degli anziani. In meno di due mesi sono state, infatti, registrate decine di episodi di vessazioni e angherie attuate sistematicamente a danno degli anziani costretti a vivere in uno stato di costante soggezione e paura.
Un vero e proprio regime di vita mortificante ed insostenibile, fatto di continue ingiurie e minacce (“ti prendo a bastonate, t’ammazzo a legnate”, “cosa inutile, prostituta…devi buttare il sangue qua e devi morire”, “tanto se muori che mi interessa”), e violenze fisiche (calci, schiaffi, strattonamenti, nonché intimidazioni per costringere gli anziani a stare seduti). Lo stesso gip nel provvedimento sottolinea che “il ricorso a forme di violenza fisica e morale da parte degli indagati non ha assunto carattere episodico ma costituisce espressione di un consolidato modus operandi contrassegnato dal sistematico ricorso a forme di prevaricazione e sopraffazione nei confronti degli anziani ospiti, spinti fino ad atti di vile aggressione alla loro sfera di integrità fisica, oltre al loro patrimonio morale”.
Nessun rispetto delle norme anti covid
I titolari della struttura, inoltre, dovranno rispondere, oltre che del mancato rispetto delle prescrizioni dettate dalla normativa vigente in materia di prevenzione del rischio di contagio da Covid-19, anche degli specifici reati in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro poiché, come emerso nel corso delle indagini, i dipendenti della struttura assistenziale non facevano uso dei dispositivi individuali di protezione, pur entrando a contatto stretto in un luogo chiuso con soggetti anziani, particolarmente fragili. Proprio per questo motivo è stato predisposto un piano di accertamenti mirati alla tutela degli anziani, che – in concomitanza con l’operazione di servizio – sono stati tutti sottoposti a tampone per scongiurare il pericolo della possibile insorgenze di pericolosi focolai.
La Guardia di Finanza, nell’ambito delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Palermo continua ad operare quale polizia economico-finanziaria a forte vocazione sociale, assicurando – soprattutto in questo periodo di grave emergenza sanitaria con cui si sta misurando il nostro Paese – la tutela gli operatori economici, dei lavoratori onesti e rispettosi delle regole e delle fasce più deboli ed esposte a rischio della popolazione.
“Un vero lager per gli anziani”
“Ancora una volta i finanzieri di Palermo hanno accertato comportamenti disumani posti in essere presso una casa di riposo nei confronti di anziani indifesi Infatti, dopo la Bell’Aurora sequestrata l’anno scorso, questa volta le indagini delegate dalla Procura di Palermo hanno interessato la Onlus ‘I nonnini di Enza’, un vero e proprio lager per gli ospiti. La nostra attività non si ferma con gli arresti odierni. Gli investigatori del Nucleo di polizia economico finanziaria procederanno ora ad effettuare nei confronti della onlus mirati approfondimenti fiscali”.
Lo afferma il comandante provinciale della finanza, Antonio Quintavalle Cecere in merito all’indagine che ha portato agli arresti di quattro persone della casa di riposo i nonnini di Enza a Palermo.
“Uno spaccato di nefandezze nei confronti degli ospiti”
“È uno spaccato di nefandezze veramente deprimente quello che emerge da questa indagine che suscita profonda indignazione perché le vittime sono anziani, i soggetti più fragili e indifesi, che in questa fase di emergenza sanitaria dovrebbero essere ancora più accuditi e protetti in quanto maggiormente esposti al rischio di contagio e che, invece di essere destinatari di cure e attenzioni, erano invece sistematicamente mortificati da gesti lesivi della propria dignità. La raccomandazione che deve essere rivolta ai parenti degli ospiti di queste strutture è quella di fare sentire sempre e costantemente la propria presenza sia nei confronti del proprio congiunto che del personale operante. In questi contesti il controllo sociale, ancor prima e a prescindere da quello giudiziario, riveste un ruolo determinante e imprescindibile”.
Lo dice comandante del Nucleo speciale di polizia economico-finanziaria Gianluca Angelini, capo del nucleo che ha condotto l’indagine che ha portato agli arresti di quattro persone della casa di riposo i nonnini di Enza a Palermo.
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