Un cavallo sferzato a sangue in “piazza Nicolò Turrisi”. Il povero animale era rimasto bloccato con il suo pesante traino nella pavimentazione stradale in manutenzione. Un fatto che ha determinato, oltre alle sferzate, anche una “tempestata di calci, scudisciate e colpi di bastone” fino a farlo cadere a terra “rimanendo con metà del corpo sul marciapiede e l’altra metà sul selcitato”. Il carro era “da innaffiare”.

Una scena tremenda cha ha suscitato l’indignazione di un lettore del Giornale di Sicilia il quale, sul finire di agosto esternava la sua rabbia. Il Giornale di Sicilia, infatti, riportava il tutto a firma di “Un assiduo” nel numero 240 uscito il 31 agosto-1 settembre 1913.

Per la cronaca il carro, evidentemente in regola con le autorizzazioni di allora, visto che riportava il numero 11, era guidato da un conducente definito nell’articolo come “quella jena”. Lo stesso non solo lo malmenava violentemente ma si sistemata sul marciapiede affermando: “quando si sarà stancato si alzerà da sè”. “Il solo intervento del capo ciurma – asserisce nella sua cronaca “Un assiduo” – fece cessare quella scena che in altre città si chiamerebbe barbara”.

Eppure, in quegli anni, Palermo si era munita di talune precauzioni che dovevano servire ad alleviare le sofferenze dei cavalli. Ci aveva pensato la Società per la Protezione degli animali voluta sul finire dell’ottocento da Joseph Whitaker. Questa, infatti, aveva collocato abbeveratoi in pietra di Billiemi nei pressi di piazza Ucciardone, Sant’Erasmo, Castello, San Francesco di Paola ed in Corso dei Mille. Se di questi abbeveratori ne è rimasta oggi traccia, non è dato sapere. Di certo, ad oggi, non vi è alcun servizio di tal genere. La stessa Società fondata da Whitaker si impegnò affinchè fosse imposto un numero massimo di passeggeri sulle vetture adibite al trasporto pubblico. Stesso principio fu adottato con la Società dei Carrettieri in merito al peso massimo del materiale trasportato. Furono inoltre organizzati dei concorsi che si tenevano nei pressi del palchetto della musica alla marina, ove veniva premiato con denaro chi meglio degli altri teneva bene il proprio equino. Dello stesso periodo anche la produzione di opuscoli per il corretto mantenimento dei cavalli ed un ambulatorio veterinario messo gratuitamente a disposizione per i proprietari indingenti.

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