Sala delle Lapidi dà il via libera al piano Trabucco e scoppia la polemica. La delibera del Mov139 approvata ieri con soltanto i voti della maggioranza, prevede infatti la trasformazione della zona vicina all’ospedale Cervello in area industriale e commerciale.

Il piano è stato sbloccato dopo vent’anni. Il primo progetto di pianificazione è stato presentato nel 1993, nel frattempo però l’area adesso è densamente abitata.

Decisamente contrario il gruppo del Pd: “La delibera approvata, a mio avviso, – sostiene Nadia Spallitta, vice presidente vicaria del Consiglio comunale di Palermo e esponente democratica – non solo è illegittima per vizi procedurali e contraddittoria nei suoi contenuti, ma soprattutto anacronistica e attuativa di un Piano regolatore redatto nel 1994 e adottato nel 1997, le cui scelte oggi sono state ampiamente superate dal momento che la città è disseminata di centri commerciali e di numerose strutture con questa destinazione”.

“Il provvedimento, già presentato da Cammarata nel 2011, – continua la Spallitta – non risponde neanche alle richieste e alle esigenze della cittadinanza. Infatti l’intero consiglio della sesta circoscrizione – rappresentativo di quasi 100 mila abitanti e dei loro legittimi interessi – ha votato per ben due volte all’unanimità contro questo provvedimento non voluto dalla collettività, che invece ha chiesto di realizzare aree di verde. Il Piano particolareggiato destina con una variante urbanistica 43 mila metri quadrati a zona D2, esclusivamente a uso commerciale e industriale, senza tuttavia tenere conto che negli anni la stessa area è stata intensamente edificata. Una circostanza che rende illogico un Piano particolareggiato, con assunzioni di investimenti notevoli e che di fatto si risolve nella possibilità di utilizzare solo alcuni dei lotti previsti. Dubito che si possano classificare come D2 aree che abbiano in atto una funzione residenziale. Altra questione riguarda poi la circostanza che la maggior parte delle abitazioni non sono state ad oggi autorizzate, pur avendo i loro proprietari presentato istanze di sanatoria (in alcuni casi anche da decenni)”.

“Nel merito ritengo inspiegabile – spiega Nadia Spallitta – che l’amministrazione sia a conoscenza da anni dell’esistenza di immobili classificati come abusivi e non abbia ritenuto ad oggi – neanche in sede di redazione di un piano esecutivo – di prendere i doverosi provvedimenti di sanatoria (in presenza delle relative istanze e dei requisiti) o di demolizione e confisca. La delibera, inverosimilmente, si limita a prendere atto del fatto che esistano circa 20 costruzioni non autorizzate di cui almeno la metà sprovvista di elementi documentali e identificativi. Con riferimento alle costruzioni esistenti sprovviste di concessione e con uso commerciale presenterò un’interrogazione al Suap per capire se le attività siano state autorizzate e come sia stato possibile in mancanza di concessione edilizia. Per non dire poi della oggettiva incompatibilità tra uso residenziale (che presuppone per esempio parchi per i bambini, scuole, centri di quartiere che nella fattispecie mancano) e uso industriale dello stesso territorio, con una promiscuità che viola lo stesso principio inderogabile delle zonizzazioni. Variano infatti, da zona a zona, gli standard urbanistici. Così come, ad esempio, per le zone D2, sono consentite soglie elevate di emissioni di suoni e gas, vietate invece per le aree residenziali. Si tratta di disposizioni oggettivamente inconciliabili e che potrebbero mettere a rischio la salute degli abitanti”.

Un’altra singolarità del Piano riguarderebbe l’investimento milionario (oltre 3 milioni di euro di denaro pubblico) per urbanizzazioni primarie parametrate all’intera area. “Allo stato attuale – dice la vicepresidente di Sala delle Lapidi – solo un parte potrà essere destinata ad attività produttive (a causa della presenza di abitazioni private) e dunque con un sovradimensionamento dei servizi effettivamente necessari e un aggravio dei costi di espropriazione (circa 2 milioni). Sulla questione chiederò un parere alla Corte dei conti”.

Infine il Piano particolareggiato non è corredato dei pareri VAS-VIA e conseguentemente del rapporto ambientale, rivolto alla verifica dell’impatto e della compatibilità ambientale degli interventi. “Verifica che per legge – conclude la Spallitta – deve essere preliminare e che allo stato attuale manca. Ho inviato una richiesta di parere sulla vicenda al segretario generale e la trasmetterò anche all’assessorato regionale per cercare di capire, al di là della mia valutazione politica assolutamente negativa, se l’iter e i contenuti adottati siano effettivamente corretti”.