La vicenda Versalis è approdata ancora una volta alla Regione per via delle preoccupazioni dei lavoratori e delle imprese dell’indotto del Petrolchimico di Priolo a causa dell’annunciata chiusura degli impianti di cracking di Priolo e di polietilene di Ragusa nell’ottica di un piano nazionale di decarbonizzazione deciso dall’Eni

Il vertice alla Regione

L’incontro si è tenuto nella sede dell’assessorato regionale alle Attività produttive ed hanno preso parte l’assessore Edy Tamajo, i rappresentanti sindacali, della società del gruppo Eni e del territorio.

Cosa prevede il piano di Eni

Il percorso del colosso della chimica, che come spiegato dagli stessi manager, prevede un investimento di 900 milioni di euro per riconvertire lo stabilimento di Priolo che si trasformerà in un impianto per la produzione di ecocarburante destinato ai jet. Per l’impianto di Ragusa, l’assessore ha richiesto ulteriori dettagli e impegni più chiari per assicurare che si possa beneficiare di iniziative coerenti con la strategia di transizione energetica di Eni.

Tamajo, “rassicurazioni su Priolo e Ragusa”

“Versalis ha ribadito le proprie rassicurazioni in termini economici e lavorativi riguardo alla reindustrializzazione dei siti di Priolo e Ragusa. Ci riaggiorneremo ai primi di marzo per continuare a seguire passo dopo passo questa vicenda insieme ai sindacati e all’azienda. Ho chiesto che siano inviati ai miei uffici dati e numeri riguardanti il futuro dei lavoratori e gli investimenti economici per la riconversione industriale” ha detto l’assessore Tamajo.

Lo stesso assessore alle Attività produttive ha chiarito che sarà tracciata “una roadmap solida per il futuro produttivo ed economico della Sicilia. Continuerò a monitorare attentamente la situazione, collaborando con tutte le parti coinvolte per un futuro sostenibile e prospero per i lavoratori e le comunità interessate dalla reindustrializzazione dei siti di Priolo e Ragusa”.

Incontro a Priolo della Cgil

Frattanto, martedì 18 febbraio, alle 9.30 nei locali del Ciapi  a Priolo Gargallo, ci sarà un incontro pubblico, promosso dalla Cgil insieme alle categorie interessate, per discutere del piano industriale dell’Eni e delle conseguenze disastrose che produrrebbe la chiusura della chimica di base.

Il dibattito, presieduto da Gabrielle Messina, segretaria confederale Cgil Sicilia, vedrà la partecipazione del segretario generale della Filctem nazionale Marco Falcinelli e della segretaria nazionale Fiom Barbara Tibaldi. Concluderà il segretario confederale della Cgil nazionale Pino Gesmundo. Interverranno al dibattito rappresentanti delle istituzioni regionali, deputati nazionali, esperti e lavoratori e lavoratrici coinvolti nella crisi.

Eni, come ricorda la Cgil regionale “ha deciso di chiudere dal 1° gennaio la produzione a Versalis a Ragusa e dal 31 dicembre 2025 quella a Priolo, prospettando indefiniti progetti di reindustrializzazione”.

I dubbi sulla riconversione a Priolo e Ragusa della Cgil

Per il sindacato ci sono nubi nere su Ragusa dove “Eni senza dire come quando e con quali autorizzazioni, -continua la nota del sindacato- prospetta un centro direzionale, la lavorazione di materie prime derivanti da oli esausti scarti animali e agricoli e impianti sperimentali di riciclo meccanico e di una filiera agricola che impegnerebbe se fosse vero un area pari al 10% del territorio”.

Per quanto concerne Priolo, la Cgil rileva che “senza mantenere gli impianti di cracking nazionali anche la futura bioraffineria nel sistema infrastrutturale di quelle aree industriali rischierebbe di essere un corpo a se, incapace com’è di essere volano di sviluppo per altre e nuove attività collegate”.

Sindacati, “occasione mancata”

“Un’occasione mancata. Ci si aspettava di entrare nel merito del piano di Eni per Ragusa, che ad oggi manca di elementi concreti al di là della decisione di chiudere, ma da parte dell’azienda non è venuto alcun nuovo dettaglio. Restiamo dunque ancora in attesa della convocazione del tavolo politico al Mimit e confermiamo tutte le
iniziative sindacali programmate, a partire da quella del 18 febbraio a Priolo”. Lo scrivono in una nota congiunta la Cgil e la Filctem Sicilia dopo l’incontro di oggi con Versalis promosso dall’assessorato alle attività produttive.

Cgil e Filctem hanno ribadito “le gravi  ripercussioni del piano Eni  e della fermata del cracking non solo sui lavoratori ma anche sul futuro industriale dei territori di Ragusa e Siracusa, considerata l’interconnessione di tutte le attività delle aziende dell’area. Gli effetti a catena- hanno sottolineato- sarebbero disastrosi”. I sindacati hanno anche stigmatizzato i silenzi in proposito del governo nazionale, azionista Eni, e del governo regionale “che pare non comprenda le ricadute che avrebbe il piano sulla Sicilia, quindi la gravità della situazione”.