In due anni lo Sportello di Solidarietà fondato dal Comitato Addiopizzo, dall’ufficio del commissario straordinario anti racket e dalla Federazione delle associazioni antiracket e antiusura italiane (Fai) ha elargito quasi 5,5 milioni di euro per le vittime del racket e dell’usura, ha seguito 126 utenti a fronte di contatti con 317 potenziali vittime. E ancora 41 provvedimenti di sospensione dei termini di pagamento di tasse e mutui bancari in favore delle vittime e oltre 1300 atti di assistenza tecnico amministrativa.

Sono i numeri, presentati durante una conferenza stampa in Prefettura, a Palermo, alla presenza, tra gli altri, del prefetto Antonella De Miro; Salvatore Ugo Forello, responsabile dello Sportello di solidarietà; Tano Grasso, presidente onorario della Federazione delle associazioni antiracket italiane; e Santi Giuffrè, commissario nazionale antiracket . La struttura, nata nel 2013 rilancia la propria attività con una nuova sede a Palermo, in via Scrofani, con un’utenza telefonica attiva 24 ore su 24 (3429636926) e un sito internet (www.sportellosolidarietà.it). Un’equipe, composta da avvocati, commercialisti, tributaristi e psicologi, supporta le vittime sia nella fase precedente alla denuncia sia in quella successiva.

“Abbiamo registrato un cambiamento importante di mentalità, che va stimolato e favorito”. Lo ha detto il prefetto di Palermo, Antonella De Miro, durante una conferenza stampa convocata in Prefettura per illustrare i dati e i risultati dello Sportello di Solidarietà, che dal 2013 offre assistenza giuridica, economica e psicologica alle vittime del racket e dell’usura. “A fronte di un imprenditore che si inginocchia a un mafioso – ha aggiunto il prefetto -, abbiamo una famiglia di commercianti, titolari di una pizzeria di San Lorenzo che davanti a una richiesta di pizzo hanno bloccato fisicamente l’estortore”.

“Palermo è molto cambiata, siamo in un’altra epoca rispetto ai tempi di Libero Grassi. Ma oggi siamo costretti a prestare attenzione a un aspetto: l’infiltrazione del movimento antiracket”. Lo ha detto a Palermo il presidente onorario della Fai, Tano Grasso, durante la conferenza stampa di presentazione di tre anni di attività dello Sportello di solidarietà di Palermo, che ha fornito assistenza giuridica, economica e psicologica alle vittime di racket e di usura.    ”Inizia a manifestarsi, a Palermo in maniera più accentuata – ha spiegato Grasso -, una vera e propria strategia da parte di settori imprenditoriali, che hanno contiguità con ambienti mafiosi, ad accreditarsi come imprenditori antiracket. Si acquisisce così il marchio di impresa antiracket e si prova ad ottenere dei benefici ed ottenere una sorta di immunità da indagini giudiziarie”. Un tentativo di infiltrazione, con ”situazioni in alcuni casi imprevedibili” ha spiegato il presidente onorario dalla Fai, ma che ”va contenuto dalle stesse associazioni” attraverso ”un rapporto vivace e vigoroso con le forze dell’ordine”.