Colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi la scorsa notte contro una finestra nel quartiere Corso Calatafimi a Palermo,
Una vetrata è andata in frantumi in via Mario D’Aleo. Le indagini sono condotte dagli agenti della squadra mobile.
Spari allo Zen a Palermo
Spari allo Zen a Palermo in via Costante Girardengo contro l’abitazione di un uomo che si trova agli arresti domiciliari. E’ successo la scorsa serata. Le indagini sono condotte dalla polizia di Stato.
I colpi d’arma da fuoco sono stati sparati contro l’abitazione di Gaetano Giampino 79 anni, detenuto domiciliare, in via Costante Girardengo. Alcuni colpi sono finiti contro il muro dell’abitazione altri sono entrati in casa dalle finestre. Non c’è stato alcun ferito. Le indagini sono condotte dalla squadra mobile. Anche la scientifica è intervenuta per eseguire i rilievi.
Colpi contro abitazione di un detenuto ai domiciliari
Nel 2020 Giampino è stato condannato a 6 anni in abbreviato per avere ferito il 5 dicembre del 2019 il titolare di un negozio di detersivi di via Girardengo, allo Zen. Sembrava una lite per un precedente, poi pare che invece il titolare del negozio avesse molestato la donna di Giampino.
Lo scontro tra i due venne ripreso dalle telecamere di sorveglianza e inizialmente si ipotizzò che a scatenare al lite sarebbe stata una mancata precedenza. Una fonte confidenziale (quasi certamente un testimone) rivelò però agli investigatori che in realtà Giampino avrebbe reagito ad un tentativo di molestia sessuale nei confronti della moglie messo in atto dal titolare dell’esercizio commerciale. Mentre la coppia si stava avvicinando per entrare nel negozio – secondo questa versione – la vittima avrebbe allungato le mani e toccato le parti intime della donna, chiedendole come potesse non piacerle un bell’uomo come lui. E’ per questo – come ha sempre sostenuto la difesa – che Giampino sarebbe andato a prendere la pistola che portava sempre con sé in macchina e che aveva iniziato a sparare contro Maranzano.
La ricostruzione degli eventi precedente mai portata a processo
Questa ricostruzione non è però mai entrata nel processo e i motivi della lite furibonda non sono mai stati pienamente chiariti. Giampino fu arrestato dalla squadra mobile poche ore dopo il tentato omicidio. L’imputato aveva raccontato di aver sparato a terra, solo per spaventare la vittima, e spiegato che quell’arma l’avrebbe trovata circa quattro anni prima in un terreno di Montelepre e che poi l’avrebbe tenuta sempre in macchina. La pistola, che Giampino disse di aver gettato in un giardinetto di via Girardengo, non è mai stata ritrovata.
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