È il capo della Mobile Rodolfo Ruperti che ricostruisce le fasi del tentato omicidio dello Zen, avvenuto ieri sera in via Costante Girardengo. Gaetano Giampino, 65 anni, avrebbe sparato due colpi di pistola nei confronti di Salvatore Maranzano dopo una lite per una mancata precedenza. Non un tentato omicidio di mafia, né legato a interessi economici. La sparatoria sarebbe sorta dopo alcune offese rivolte dalla vittima alla moglie dell’assalitore.
La Squadra Mobile è giunta sul luogo della sparatoria, tra i palazzi del rione Zen, dopo la chiamata arrivata dal pronto soccorso di Villa Sofia dove era appena giunto un uomo, ferito e in gravi condizioni, con una ferita da arma da fuoco. L’uomo, una volta entrato in ospedale è stato subito mandato in sala operatoria e in questo momento si trova in prognosi riservata per un colpo all’addome.
“Ci siamo immediatamente allertati – dice il capo della Mobile Rodolfo Ruperti -, conoscevamo la vittima per alcuni precedenti penali, e, insieme ai colleghi del Commissariato San Lorenzo abbiamo iniziato una rapita attività investigativa che ha fatto concentrare le nostre attenzioni sulla stessa via in cui abitava la vittima, via Costante Girardengo”.
Ruperti ricostruisce le fasi della sparatoria. “Abbiamo appurato che per un atteggiamento provocatorio nei confronti di una signora anziana, c’è stata una reazione del marito, scaturita in una piccola lite. Subito dopo Gaetano Giampino, il marito, è tornato sul posto armato di pistola e ha sparato almeno due colpi. Uno lo ha colpito in un punto per il quale la vittima è viva per miracolo”.
Giampino ha sparato due calibro 9 su cui la scientifica adesso sta eseguendo tutti gli accertamenti del caso. L’arma ancora, come ha confermato il capo della Mobile, non è stata al momento recuperata. La Polizia conosce già il 65enne che ha dei precedenti penali essendo stato coinvolto in una inchiesta per intestazione fittizia di beni di soggetti vicini alla mafia.
Sono state le tracce di sangue sul luogo della sparatoria che hanno aperto la strada agli investigatori. “E’ stata utile la collaborazione degli investigatori del Commissariato San Lorenzo oltre che della Mobile”, ha aggiunto Ruperti”. È stata la moglie a raccontare alla Polizia come si è svolta la vicenda. Ha raccontato tutto ma il marito si era allontanato. È tornato poco dopo, trovando i poliziotti che lo hanno arrestato.
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