I carabinieri del comando provinciale di Palermo hanno arrestato un uomo di 60 anni e denunciato il figlio di 30 anni accusati di coltivazione, spaccio di droga e furto di energia elettrica.

I militari li hanno sorpresi mentre uscivano da un magazzino nel quartiere Falsomiele dove è stata trovata una serra indoor di marijuana con 60 piante alte oltre un metro e un chilo tra hashish e marijuana pronto per essere immesso nel mercato. La serra era alimentata da un impianto di condizionatori e per l’irrigazione alimentato con un allaccio abusivo. La droga venduta avrebbe fruttato migliaia di euro. Il gip di Palermo ha convalidato l’arresto.

Lo spaccio di marijuana a casa, 49enne agli arresti domiciliari

Pochi giorni fa, l’attività info investigativa svolta dai carabinieri sul territorio, finalizzata al contrasto del traffico di sostanze stupefacenti, ha condotto all’arresto di un 49enne vizzinese ad opera dei carabinieri della stazione locale coadiuvati dai colleghi dello squadrone eliportato cacciatori di Sicilia.

Le attività intraprese hanno documentato un insolito andirivieni di persone che si intrattenevano solo per qualche minuto nell’abitazione del 49enne, già da qualche tempo sorvegliata dagli uomini dell’Arma che nelle prime ore del mattino hanno predisposto una perquisizione domiciliare.

Prima che iniziasse l’operazione di ricerca, l’uomo, nel tentativo di sviare i militari e distoglierli dal compimento di ulteriori accertamenti, ha spontaneamente consegnato loro una dose di marijuana ed uno “spinello” asserendo di esserne un consumatore e che il tutto fosse per “uso personale”.

La versione dei fatti non ha però convinto i carabinieri che, proseguendo nelle operazioni, hanno scovato, all’interno del vano di carico di un calorifero a pellet, 3 barattoli contenenti complessivamente un panetto di 103 grammi di marijuana e 22 dosi della medesima sostanza stupefacente, quest’ultime già confezionate per la vendita al dettaglio (complessivi 25 grammi), nonché un bilancino di precisione.

L’uomo è stato posto a disposizione dell’autorità giudiziaria che ne ha convalidato l’arresto spiccando nei suoi confronti la misura degli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico.