Mille persone già licenziate perchè risultano ancora dipendenti dei vecchi Ato che non dovrebbero esistere più. Un buco da quasi due miliardi scavato proprio dal sistema degli ato, carrozzoni che hanno fatto solo danni al sistema. e una emergenza infinta. Perr questo è necessario attivare poteri commissariali perchè il Presidente della regione Rosario Crocetta e il suo assessore vania Contrafatto non sembrano capire la gravità della situazione in cui ci troviamo”
E’ duro Dionisio Giordano della Fit Cisl ambiente, che spara il siluro del sindacato nei confronti del governo della regionale incapace di gestire l’emergenza, di occuparsi della fase di transizione da un sistema all’altro e, insomma, di dar vita ad una vera riforma.
L’affondo arriva in pieno inverno quando la fase emergenziale non è drammatica ma la situazione è tale da rischiare un nuovo tracollo del sistema già da maggio o giugno come avvenuto los corso anno e forse ancora peggio.
“Occorre garantire la raccolt adifferenziata che nella nostra regione è al palo – dice il segretario generale Cisl Sicilia Mimmo Milazzo – è una situazione che si protrare da decenni. Ci sono responsabilità chiare sulla mancata gestione del sistema. dal 2010 con la legge 9 non c’è stato alcun passaggio concreto suòll’attuazione della norma. Non possiamo continuare con ordinanze infinite per gestite le emergenze una dopo l’altra. la crescita della differenziata è stata solo dello 0,3%. questo non è ammissibile”.
“Da tempo sollecitiamo – spiegano Mimmo Milazzo segretario Cisl Sicilia, Amedeo Benigno segretario Fit Cisl Sicilia e Dionisio Giordano, segretario Fit Cisl Ambiente – un tavolo di crisi permanente con istituzioni regionali, Anci e parti sociali, per programmare gli impianti individuando le risorse da utilizzare e procedere alla realizzazione dell’infrastrutturazione; far fronte alla inadeguatezza dei servizi di raccolta. Contestualmente, stabilire con certezza le modalità applicative della legge 9 sul transito del personale, evitando così la frammentazione e la confusione causata dalla legge 3 del 2013 sugli Aro, voluta dal governo regionale”.
“Le nostre richieste sono rimaste inascoltate, a questo punto è ora che il governo nazionale proceda al commissariamento della gestione dei rifiuti in Sicilia e che il governatore ne tragga le conclusioni logiche e politiche. La figura di un commissarioappare quanto mai necessaria per velocizzare e snellire gli iter della costruzione di impianti e del passaggio dei lavoratori alle Srr, atto indispensabile per avviare una nuova fase della gestione dei rifiuti in Sicilia”. Ad allarmare il sindacato, oltre ai disservizi della raccolta, la differenziata ferma a quasi il 13 per cento, la mancanza di infrastrutture adeguate per lo smaltimento, e il mancato rispetto delle regole per il passaggio dei lavoratori che sta causando anche la perdita del posto per quei lavoratori il cui diritto alla riassunzione è previsto dalle ordinanze regionali. Finora, infatti, secondo il quadro ricostruito dal sindacato, le 18 Srr sono state costituite ma le uniche ad aver avviato il passaggio dei lavoratori dagli Ato sono state la Kalat di Caltagirone e in parte la Srr Trapani Provincia Sud. “Bisogna dare immediata esecuzione alla legge 9 del 2010, approvare le dotazioni organiche delle Società di regolamentazione rifiuti, avviare il transito deilavoratori dipendenti degli Ato alle Srr anche in presenza di ordinanze contingibili e urgenti dei singoli Comuni, come prevedono le ordinanze”.
Sul tema della raccolta, la Cisl insiste sulla necessità del potenziamento della differenziata. “Bisogna portare il ciclo integrato dei rifiuti con raccolta differenziata al 65%, attraverso il recupero dei materiali, il riuso e il riciclo, compresa la possibilità di recupero energetico. Invece, ancora per i prossimi anni, purtroppo, sarà necessario fare ricorso alle discariche proprio perché il progetto della differenziata si è sviluppato in pochissime realtà e il rischio è che, in assenza di impianti, già dal prossimo secondo semestre 2017 i rifiuti debbano essere trasportati fuori dalla regione, con costi esorbitanti”. “Per fare un esempio, la sesta vasca della discarica di Bellolampo di Palermo potrebbe esaurirsi già il prossimo luglio, e scaricare le 900 tonnellate giornaliere di rifiuti del capoluogo siciliano in altri siti della Sicilia creerebbe concatenanti effetti negativi sull’intero sistema regionale, non solo per i costi”. Il temadell’impiantistica, poi, secondo il sindacato, “è strettamente connesso con la governance del sistema, con la programmazione di un vero ciclo integrato dei rifiuti, con l’esigenza di differenziare e recuperare materiali, con la produzione di energia, e con la riduzione dei costi di conferimento in discarica”.
Intanto cresce l’indebitamento dei Comuni e degli Ato. “Il sistema dei rifiuti – rimarcano Fit e Cisl – è strettamente connesso con il tema della sostenibilità finanziaria che è pubblica attraverso il pagamento della Tari, ed è ormai insostenibile la deficitaria lotta delle amministrazioni locali all’evasione e all’elusione fiscale ma ancor più grave appare la non volontà di molte amministrazioni, a volte per incapacità manifesta, persino di recuperare le somme da coloro che risultano iscritti a ruolo. Non è più sostenibile pensare che le riduzioni del costo dei servizi siano plausibili a discapito di lavoratori e anche dei cittadini, che pagano la Tari, per i servizi scadenti offerti”.
“Non c’è governance regionale, non c’è una idea, non c’è un piano – conclude Giordano – è un momento pesante per l’isola che è lontana anni luce dall’essere una regione europea in termini di gestione dei rifiuti”
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