Si discute continuamente dell’evasione fiscale e delle conseguenze che quest’ultima arreca al bilancio dello Stato, così come, per converso del pregiudizio sofferto dai cittadini che ricevono le cosiddette “cartelle pazze” o altri provvedimenti impositivi abnormi, senza tuttavia apportare alcun miglioramento alla sola giurisdizione chiamata ad incidere su queste situazioni, mantenendone il carattere onorario; ed il cui funzionamento è pesantemente condizionato dall’attività professionale principale svolta in altre sedi dalla quasi totalità del suo personale giudicante”.

Lo ha detto Salvatore Salvago, presidente della Commissione Tributaria regionale della Sicilia nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2017 che si è svolta stamane a Palermo. “E’ venuto il tempo di cambiare – ha aggiunto Salvago – e di migliorare il processo tributario in un Paese che cambia, per adeguarlo al mutato contesto sociale ed economico: ponendo fine agli interminabili concorsi per il reclutamento degli attuali giudici, in esito ai quali buona parte dei vincitori è costretta a rinunciare per l’incompatibilità materiale con le funzioni svolte nella propria giurisdizione; e costruendo un progetto serio, magari da attuare gradualmente, per la costituzione di una pianta organica duratura, in cui l’inserimento dei giudici professionali avvenga, in un primo tempo affiancando quelli onorari e completandone gli organici, e poi via via sostituendoli, fino a raggiungere con quelli onorari rimasti, la medesima proporzione che ancora oggi permane nella giurisdizione ordinaria”.

“La Giustizia Tributaria – ha proseguito Salvago – è divenuta ormai giurisdizione generale al pari delle altre, perché relativa a tutti i tributi, di ogni genere e specie, statali e locali; ed in quanto tocca i diritti e doveri fondamentali di tutti i cittadini, sottoposti ad un mosaico sempre più complesso di norme fiscali, di ben ardua conoscenza, di interpretazione affatto piana e di applicazione assai confusa, come ognuno di noi sperimenta continuamente. Una sempre crescente rilevanza per supportare la lotta all’evasione fiscale, e nel contempo, di garantirne il giusto equilibrio con i diritti del privato cittadino: equilibrio che coinvolge costantemente l’osservanza dei principi fondamentali non solo della Costituzione, ma anche della Comunità europea, i cui Regolamenti e le cui direttive, applicabili di ufficio e con prevalenza rispetto ad ogni altra disposizione, incidono oggi a tal punto sulla legislazione tributaria, da rendere la relativa giurisdizione sotto tale profilo unica rispetto alle altre”.

E ancora: “Sono diminuiti i contenzioni nelle commissioni tributarie provinciali. Aumentano invece in controtendenza con quanto avviene nel resto di Italia quelli d’appello nelle commissioni regionali”. Nonostante il numero pressoché simile di processi aperti nelle commissioni provinciali rispetto allo scorso anno 27.261 contro 27.463 e la diminuzione di quelle definite 45.895, la pendenza si è notevolmente ridotta da 129.893 a 112.370 procedimenti, nella misura del 13% circa. – ha proseguito Salvago – Mentre, per quanto riguarda la Commissione regionale sorprende, anche, il nuovo aumento sia pure moderato dei ricorsi passati da 9154 alla fine dell’anno 2015 a 9340 alla fine dell’anno 2016: aumento anche quest’anno non bilanciato da un numero proporzionato di controversie definite, diminuito a 5042 con un significativo incremento dei procedimenti pendenti passati in secondo grado a 36.765 unità; e conseguente dilatazione dei tempi di durata del giudizio, che per quelli più risalenti ha superato i 7 anni perché depositati presso le segreterie della Commissione nel lontano 2009 e non ancora definiti da alcun provvedimento. Un nuovo incremento dei procedimenti pendenti ed all’impossibilità di formulare una qualunque progettazione credibile in termini di abbattimento dell’arretrato, è indubbio che la causa principale sia riconducibile alla progressiva riduzione dell’organico giudicante, segnalata in tutte le precedenti Relazioni di inaugurazione degli anni scorsi, che è proseguita inarrestabile anche nel corso dell’anno 2016”.

Dall’incontro è emersa la forte richiesta dell’Unione Nazionale Camere Avvocati Tributaristi , rappresentata dal Professore Angelo Cuva, di un urgente intervento di riforma del processo tributario che preveda la presenza di giudici professionalizzati e soprattutto a tempo pieno.

Senza tale intervento non si potranno assicurare tempi celeri per la risoluzione delle controversie tributarie e non potranno essere adeguatamente garantiti i diritti di tutela dei contribuenti. L’Uncat evidenzia anche la necessità di trasferire l’organizzazione delle Commissioni tributarie dal Ministero delle finanze alla Presidenza del Consiglio dei ministri o al Ministero della giustizia per garantire la terzietà del Giudice tributario.

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