“La Regione, i Comuni e l’abitudine di scaricare sulle imprese i loro problemi”. Così anche Confcommercio Sicilia bocciano la Legge di Stabilità regionale. E’ quets la reazione dell’assiciazione dei commercianti al termine dell’incontro in commissione parlamentare all’Ars  durante il quale ha rappresentato la contrarietà il disappunto degli operatori economici e delle imprese per una manovra economica che li vedrebbe “ulteriormente penalizzati”.

“Ancora una volta gli enti pubblici, dalla Regione ai comuni, – sostiene l’associazione siciliana dei commercianti – trasferiscono sulle imprese e sui cittadini il problemi di far quadrare i loro conti senza nessuna politica di risparmio ne di taglio dei costi”.

Il Governo della Regione e i comuni, secondo Confcommercio “hanno perso l’abitudine di confrontarsi con le forze sociali ed economiche, costringendoci ad un continuo inseguimento”.

I commercianti contestano diverse voci della Legge di Stabilità: dall’aumento dei canoni demaniali non definito, dal biglietto per le aree protette, alla gestione di musei con numeri di dipendenti esagerati e così via ci spingono a chiedere una ‘cura dimagrante’ funzionale a ridurre i costi della gestione pubblica e ad affidare ad imprese private, anche del no profit, funzioni e servizi non strettamente pubblici.

Confcommercio Sicilia proporrà quindi al tavolo unitario degli imprenditori di realizzare un osservatorio sugli sprechi che serva a denunciare gli sprechi e a promuovere un diverso ruolo delle pubbliche amministrazioni.

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