La sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo ha confiscato beni per circa 15 milioni di euro a Francesco Paolo Maniscalco, 54 anni, condannato per mafia.
Si tratta di aziende di distribuzione di caffè e prodotti alimentari con sede a Palermo, e alcuni bar tra cui il Gran Cafè San Domenico da anni in amministrazione giudiziaria. Maniscalco aveva fatto parte del commando di banditi che portò a termine il maxi colpo al Monte di pietà, da dove nel 1991 sparirono gioielli per svariati miliardi.
Due anni fa è stato di nuovo condannato per intestazione fittizia di beni. Parallelamente al processo penale era iniziato quello patrimoniale, giunto oggi alla confisca decisa dal Tribunale presieduto da Raffaele Malizia.
I giudici hanno accolto la ricostruzione dei pubblici ministeri Calogero Ferrara e Dario Scaletta, secondo cui Maniscalco aveva intestato le aziende ad alcuni prestanome per evitare che su di esse si abbattesse la scure delle misure di prevenzione.
Maniscalco secondo gli inquirenti sarebbe vicino al figlio di Totò Riina, Giuseppe Salvatore.
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