La sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo ha confiscato beni per 17 milioni di euro a Francesco Abbate, 65 anni, detto “il monaco” eseguito dai finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo.

Francesco Abbate è stato arrestato per usura una prima volta nel 1997 e una seconda nel 2013 “il monaco” è stato arrestato e furono sequestrati i beni e disponibilità finanziarie.

Nel 2018, dopo una sentenza della Corte d’Appello diventata irrevocabile nell’ottobre del 2019, Abbate è finito in carcere per una pena di 7 anni di reclusione, per i reati di usura ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria, oltre che trasferimento fraudolento di valori.

I finanzieri, diretti dal colonnello Gianluca Angelini, hanno ricostruito il giro d’affari di Abbate, che ha erogato prestiti ad almeno 30 vittime, che hanno poi riferito agli investigatori che la consegna del denaro avveniva parte in contanti e parte in assegni, con scadenze prefissate e tassi di interesse imposti che variavano dal 25% ad oltre il 250% annuo.

Con quest’ultimo provvedimento sono stati confiscati 42 immobili nei comuni di Balestrate (Pa), Palermo e Milano; 10 diritti di usufrutto o nuda proprietà di immobili; un’autovettura;  15 tra conti correnti, carte di credito e polizze vita; oggetti preziosi, monili (quali bracciali, collane, orecchini, anelli e pietre preziose) e orologi di pregio, il tutto per un valore complessivo di circa 17 milioni di euro.

 

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