“Contestiamo il capo di imputazione di tentato omicidio e anche le prove raccolte dalla Digos che non dimostrano che i due giovani fermati abbiano preso parte all’aggressione”.
Lo dice Giorgio Bisagna avvocato che assiste Giovanni Marco Codraro e Carlo Mancuso fermati ieri dalla procura accusati di essere tra gli otto partecipanti del pestaggio in via Dante di Massimo Ursino, segretario provinciale di Forza Nuova.
“Sono andato a trovarli in carcere. Sono sereni e attendono l’udienza di convalida dell’arresto – aggiunge Bisagna – Credo che in quella sede potranno essere chiarite le posizioni dei miei assistiti, fermati più per il clamore suscitato dall’aggressione che su prove raccolte che a mio avviso sono lacunose”.
Giovanni Marco Codraro nel 2016 era stato arrestato a Cremona dove aveva partecipato ad una manifestazione dei centri sociali e dei comitati antifascisti ma poi venne assolto dal Gup di Cremona dall’accusa di devastazione e saccheggio e condannato a 9 mesi di reclusione, pena sospesa, per resistenza a pubblico ufficiale. La sentenza è stata appellata.
A Milazzo paese d’origine dello studente di Ingegneria a Palermo si tenne un corteo nel quale sfilarono centinaia di studenti che gli esprimevano solidarietà. Carlo Mancuso è finito nelle indagini insieme ad altri 15 componenti dell’associazione “Spazio Anomalia” perché erano ritenuti responsabili di gravi disordini e devastazioni ai danni di esercizi commerciali a Palermo avvenute nel corso di manifestazioni.
Mancuso, a processo, insieme ad altri 123 attivisti No Muos, per le manifestazioni contro la base militare americana di Niscemi, è un attivista per la questione abitativa in città. Gianmarco Codraro fa parte dello studentato occupato Malarazza ed è impegnato nella politica universitaria. Mancuso è a processo, insieme ad altri 123 attivisti No Muos, per le manifestazioni contro la base militare americana di Niscemi.
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