La notizia che arriva dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato segna un passaggio che difficilmente potrà essere eluso ancora a lungo. L’AGCM si avvia a chiudere l’indagine sui prezzi dei voli da e per la Sicilia senza riscontrare violazioni, manipolazioni o anomalie negli algoritmi delle compagnie aeree. Il mercato, in altre parole, funziona secondo le sue regole. E proprio per questo, non è in grado di risolvere il problema.
È un punto di chiarimento fondamentale: il caro voli non è il frutto di abusi, ma l’effetto prevedibile di uno squilibrio strutturale tra domanda e offerta in un territorio insulare. Una dinamica che il mercato, lasciato a se stesso, non corregge. La conclusione cui giungono Federconsumatori e la stessa Autorità è netta: servono strumenti legislativi e di regolazione, non interventi economici tampone.
Quando il mercato non sbaglia, ma non basta
Le parole del segretario generale dell’AGCM Guido Stazi, pronunciate in audizione alla Camera, hanno un peso che va oltre la cronaca. Se non esistono distorsioni concorrenziali, se le regole del mercato sono rispettate, allora il tema del caro voli non può più essere affrontato come una patologia da reprimere, ma come una condizione strutturale da governare politicamente.
È qui che il dibattito siciliano compie un salto di qualità: cade definitivamente l’illusione che bastino controlli, moral suasion o rimborsi a posteriori. Se i prezzi salgono perché la domanda supera l’offerta in modo cronico, la risposta non può che essere istituzionale.
Bonus e rimborsi alla prova dei fatti
Le misure adottate finora dalla Regione Siciliana – contributi sui biglietti, rimborsi parziali, interventi straordinari – hanno rappresentato un tentativo legittimo di alleviare il disagio dei cittadini. Ma proprio l’archiviazione dell’indagine Antitrust ne certifica il limite: ogni intervento economico viene riassorbito dal sistema dei prezzi, senza modificare l’equilibrio di fondo.
Federconsumatori lo afferma da tempo, oggi con maggiore forza: non è un problema di risorse, ma di regole. E finché non si interviene sulla cornice normativa, ogni misura resterà episodica, fragile, esposta alla ciclicità delle emergenze.
Sicilia Express: il segnale giusto, nella direzione sbagliata
Anche iniziative come Sicilia Express vanno lette alla luce di questo passaggio. Il treno straordinario delle festività è stato un segnale positivo, un gesto concreto di attenzione verso il diritto alla mobilità dei siciliani. Ha mostrato che lo Stato e la Regione possono intervenire quando vogliono.
Ma la sua stessa natura straordinaria ne definisce il perimetro: non è una politica strutturale, né può diventarlo. È più efficace come messaggio che come soluzione, più vicina a un’azione di comunicazione istituzionale che a una risposta sistemica. Utile, ma non sufficiente.
Continuità territoriale come scelta di sistema
Le conclusioni dell’AGCM e le posizioni delle associazioni dei consumatori convergono su un punto: il caro voli nelle isole maggiori non si risolve “contro” il mercato, ma accanto al mercato, attraverso strumenti di regolazione riconosciuti e compatibili con l’ordinamento europeo.
La continuità territoriale rientra esattamente in questa logica. Non un’eccezione, non un privilegio, ma un meccanismo di compensazione dello svantaggio geografico, già applicato con successo in Sardegna. Un modello che richiede una legge chiara, una definizione delle rotte essenziali, una tariffazione calmierata per i residenti e una relazione strutturata con il governo nazionale.
Un’agenda istituzionale da costruire
La vera questione, a questo punto, non è più se la continuità territoriale sia legittima o compatibile con le regole europee. L’Antitrust ha chiarito che il problema non è la concorrenza. Federconsumatori ha chiarito che non bastano i bonus. Resta una sola variabile: la volontà politica di costruire una risposta normativa stabile.
Per la Sicilia, questo significa portare il tema al centro dell’agenda istituzionale, non come rivendicazione episodica ma come priorità strategica da condividere con il governo nazionale. Significa aprire un tavolo vero, come chiede Federconsumatori, che metta insieme compagnie, aeroporti, territori e cittadini, con l’obiettivo di definire regole certe nei periodi critici e lungo tutto l’anno.
Dopo l’AGCM, ogni altra scorciatoia rischia di apparire per ciò che è: un rinvio. La continuità territoriale non è più una bandiera da agitare nei momenti di crisi, ma una responsabilità da assumere. Ora, finalmente, con tutti gli elementi sul tavolo.





Commenta con Facebook