Durante l’operazione “Duty Free 2” della guardia di finanza che ha portato in luce un vasto giro di contrabbando di sigarette tra Palermo e Napoli, i finanzieri hanno trovato nell’abitazione di uno degli indagati, destinatario della misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, oltre un chilo e mezzo di polline di hashish.

La droga nello sgabuzzino

In particolare la droga, confezionata in 16 panetti, era nascosta all’interno di uno sgabuzzino dell’abitazione dell’indagato. Le Fiamme Gialle hanno proceduto dunque al sequestro della sostanza e all’arresto in flagranza di reato del presunto responsabile, immediatamente portato al “Pagliarelli-Lorusso”, per l’ipotesi di detenzione ai fini di spaccio.

L’operazione di questa mattina

In carcere sono stati portati Giampiero Mattiolo, 41 anni di Palermo, Vincenzo Riccio, 38 anni di Napoli, e Calogero Stassi, 28 anni di Palermo. Ai domiciliari Giosafat Bruno, 32 anni, Giuseppe Cottone, 54 anni, Samuele Fuschi, 36 anni, Giovanni Guadagna, 36 anni, Giovanni Mattiolo, 21 anni, Giovanni Palumbo, 32 anni, Antonio Pollicino, 54 anni e Giuseppe Ricco, 41 anni, tutti di Palermo. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Matteo Biondo, 33 anni, Adele Rita Micalizzi, 31 anni, e Gioacchino Micalizzi, 35 anni, tutti di Palermo.

I sequestri preventivi patrimoniali

Il sequestro preventivo è stato disposto per Giampiero Mattiolo per 1.226.475 euro, Vincenzo Riccio, 991.870 euro, Matteo Biondo, 98.000 euro, Giuseppe Ricco, 171,500, Adele Rita e Gioacchino Micalizzi per 92.750.

La ricostruzione delle indagini

Gli altri indagati avrebbero rivestito i ruoli di addetti al trasporto e allo stoccaggio delle “bionde”, nonché di procacciatori delle autovetture che venivano utilizzate nei frequenti trasporti effettuati lungo il tragitto Napoli-Palermo sia via terra che sul traghetto. Dopo i primi sequestri da parte dei finanzieri, l’organizzazione ha iniziato a utilizzare autovetture prese a noleggio o intestate a soggetti compiacenti; successivamente il gruppo indagato, vedendosi sempre più spesso colpito dagli interventi repressivi dei finanzieri, avrebbe cambiato il proprio modus operandi ricorrendo a corrieri che viaggiavano a bordo di autobus di linea sulla tratta Napoli-Palermo e che avrebbero nascosto il prezioso carico all’interno di normali valigie da viaggio.

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