Sono oltre ventimila ad aver lasciato le regioni del nord durante la grande fuga di domenica sera attuata subito prima che venisse menato il decreto che chiudeva Lombardia e 14 province. Un decreto superato il giorno dopo dall’estensione delle misure a tutto il Paese anche per effetto di quella grande fuga.
Il dato viene ufficializzato dalla Regione siciliana che ha condotto uno studio sui dati di coloro che si sono registrati nel portale appositamente predisposto dalla Sicilia. Un numero che crea preoccupazione per il diffondersi del contagio visto che è altamente probabile che fra questi ventimila ci sia una quota di portatori del virus anche se ancora asintomatici come dimostrato dal primo caso di ieri a Marsala. Un numero che sembra destinato a crescere perchè inevitabilmente ci saranno altri positivi nell’esercito degli arrivati nelle ultime ore e negli ultimi giorni.
La preoccupazione siciliana è legata all’esiguità dei posti disponibili per curare i malati anche se ci si sta attrezzando per reperire almeno 200 posti in più, pur se in emergenza e di fortuna, ma attrezzati per le terapie e l’isolamento necessari
“La Sicilia sostiene le misure varate dal governo centrale e si unisce alla richiesta di consentire a ogni Regione, in un quadro di condivisione con le istituzioni nazionali, di adottare iniziative ulteriori, purchè non in contrasto – dice il Presidente della Regione -. E’ il giusto compromesso per venire incontro a richieste legittime, come quelle della Lombardia, che nel sentimento di coesione nazionale non possono essere lasciate inascoltate. Per noi si tratta, ove condiviso, dell’opportunità di adottare una linea ancora più ferma, resa indispensabile dal numero enorme di cittadini (oltre ventimila) che hanno lasciato proprio le regioni del Nord. Nessuno vuole fare una corsa al primo della classe, ma tutti abbiamo il diritto e il dovere di proteggere le nostre popolazioni e dare il giusto tempo al sistema sanitario per prepararsi a una eventuale gestione emergenziale”.
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