Si è avvalso della facoltà di non rispondere, davanti al gip Michele Guarnotta, l’ex capogruppo del Pd Giovanni Lo Cascio, difeso dagli avvocati Giuseppe Gerbino e Salvatore Battaglia, finito ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta della Procura su un giro di mazzette incassate per favorire l’iter autorizzativo della realizzazione di immobili in ex aree industriali.

Coinvolti anche dirigenti comunali e un altro consigliere comunale.

Ha risposto negando ogni responsabilità, invece, l’architetto Fabio Seminerio, in affari con l’ex dirigente comunale Mario Li Castri, anche lui arrestato, che avrebbe aspirato a fare il direttore dei lavori dei progetti di costruzione.

Seminerio, difeso dall’avvocato Enrico Sorgi, ha sostenuto di non aver più rapporti professionali con Li Castri da quando questi aveva assunto il suo ruolo al Comune e di conoscere il pentito e costruttore Filippo Bisconti, suo accusatore, in quanto aveva lavorato per la sua impresa.

Infine ha risposto il costruttore Francesco La Corte, accompagnato davanti al Gip dall’avvocato Massimo Motisi. Anche lui ha negato con forza la sua partecipazione al patto corruttivo contestato dalla Procura.