Sarà una corsa a quattro quella alla Presidenza della Regione siciliana. Una corsa che comincia a definirsi in queste ore, le ultime dedicate alla presentazione dei simboli delle liste. Nonostante si sia trovato l’accordo nel centrodestra sia pure in extremis e con tante tensioni ancora da sopire, la competizione non sarà tradizionale. Non ci sarà un centrodestra contro centrosinistra ma in campo scende anche un terzo polo, quello riformista e veleggia, poi, l’incognita indipendente in chiave anti partiti Cateno De Luca.

Il centrodestra ha scelto Renato Schifani

Il centrodestra ha scelto Renato Schifani. Avvocato palermitano, 72 anni compiuti lo scorso maggio, azzurro da sempre, molto vicino a Silvio Berlusconi, è stato più volte parlamentare e soprattutto presidente del Senato. Su di lui, alla fine c’è un pieno accordo. Lo ha indicato Fratelli d’Italia su una rosa di nomi offerti da Forza Italia e Lega dopo che è risultata chiara a tutti l’intransigenza sul no alla candidatura di Nello Musumeci per un mandato bis. Nonostante ciò si sono create tensioni dentro Forza Italia ma durate solo 24 ore. Poi il via libera. Schifani ha accolto la candidatura dicendosi commosso e onorato

Gaetano Armao candidato del polo progressista Italia Viva – Azione

Ma in campo, anche se non c’è Musumeci, ci sarà il suo vice presidente e assessore all’economia uscente. Gaetano Armao. La sua candidatura è stata resa possibile anche dal ritiro proprio di Musumeci. Mai Armao avrebbe corso contro il suo presidente anche se lo sarà ancora solo per due mesi o giù di lì. Indipendente ma per tutta la legislatura in quota Forza Italia Armao ha scelto la strada della sfida con il terzo polo nato dall’accordo fra Renzi e Calenda, quindi Italia Viva e Azione. un polo di centro riformista. una corsa che rosicchierà voti al centrodestra. Una scelta dettata anche dalla vittoria (sia pure parziale) di Miccichè nella sfida interna a Forza Italia. I nuovio equilibri all’interno degli azzurri non sarebbero stati favorevoli.

I guai del centrosinistra

Formalmente, ma forse ancora per poco, il centrosinistra schiera Caterina Chinnici. L’europarlamentare ed ex assessore regionale, proveniente dai ruoli della magistratura, figlia di cotanto padre, ovvero il consigliere istruttore di Palermo Rocco Chinnici assassinato con l’autobomba di via Pipitone Federico, ha vinto le primarie di coalizione. Ma quel voto si svolse in un clima rovente perchè nel frattempo a Roma Pd e 5 stelle litigavano e rompevano l’alleanza. Si è scelto di andare avanti ma difficilmente i 5 stelle resteranno in campo su questo candidato. Hanno presentato il loro ‘papello’ di richieste programmatiche irrinunciabili che sembrano più un modo per rompere la coalizione che non vere richieste anche perchè non trattabili, e attendono una risposta. Il Pd, nel frattempo, ha presentato il simbolo con la scritta Chinnici Presidente e i 5 stelle lo hanno considerato l’ennesimo sgarbo visto che avevano chiesto di non farlo. Loro, i pentastellati, nel simbolo non hanno indicato la Chinnici.

Cateno ‘scatenato’

Ultimo ma non ultimo, anzi primo, Cateno De Luca candidato ‘sindaco dei siciliani’. Primo perchè per primo ha lanciato la sua corsa a Palazzo d’Orleans e per primo ha depositato i simboli dunque sarà in testa alla scheda elettorale ed ai manifesti di indizione dei comizi. Ha messo insieme una pattuglia. Lungo il percorso ha litigato con Dino Giarrusso ma va avanti con l’altra iena Ismaele La Vardera. Comunque vada toglierà voti a tanti. pescherà nel bacino del centrodestra dove non è escluso che, sottobanco, qualche deluso converga su di lui. Pescherà, in chiave anti partiti, nel bacino dei 5 stelle delusi dal conformismo del partito nelle mani di Conte. E pescherà qualcosa anche nella sinistra ‘rivoluzionaria’.

Dieci giorni per definire il quadro

Un quadro variegato che si andrà definendo meglio da oggi al 25 agosto, termine ultimo per il deposito delle liste dei candidati. poi meno di un mese di campagna elettorale vera. In piena estate

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