La corsa alla Regione è, ormai, un turbinio di voci, smentite e ritorno delle stesse voci. Così, dopo giorni in cui l’ipotesi di dimissioni anticipate per arrivare ad un election day il 25 settembre accorpando le regionali alle politiche, sembrava scartata dopo una serie di interlocuzioni, torna prepotente sulla scena politica

Musumeci pronto ad andare contro tutti

Nonostante l’intero arco del centrodestra sia ormai contrario a questa ipotesi il governatore sembra intenzionato a portare avanti questa idea e la cosa potrebbe concretizzarsi in queste ore o, al massimo, già entro la fine della settimana.

Riserva sarà sciolta venerdì

E a  margine di conferenza stampa su altri argomenti Musumeci precisa “Posso solo dirvi che sono fermo a quanto dichiarato alla conferenza stampa del 23 giugno scorso. Non mi sono mosso di alcun millimetro”. Lo ha detto il presidente della regione, Nello Musumeci, rispondendo ai giornalisti a margine di un incontro a Palermo a proposito dell’Election Day in Sicilia. “Accorpare le elezioni è una facoltà che la legge attribuisce al presidente della Regione ed è una facoltà sulla quale sto riflettendo, pensando presto di sciogliere ogni riserva in un senso o nell’altro” conclude.

La voce giunta ai tavoli romani

La voce , che circolava fra i corridoi di palazzo dei Normanni ieri sera, è giunta fino a Roma dove si teneva un nuovo vertice nazionale della coalizione. In quella sede i partiti hanno preso atto dell’intenzione manifestata dal presidente della Regione siciliana e, nonostante restino contrari, alla fine non si sarebbero opposti. Non tanto per condivisione della strategia quanto perché al tavolo c’era tanto altro di cui parlare, ritenuto più delicato in questo momento politico.

La scelta dei candidati alle elezioni politiche.

Così i partiti sono tornati ad affrontare il tema delle candidature e di chi dovrà esprimere questi candidati alle politiche meglio definendo un criterio solo accennato nell’ultimo vertice romano.

Al tavolo hanno partecipato, per Forza Italia, Antonio Tajani e Roberto Occhiuto; per FdI Ignazio La Russa, Francesco Lollobrigida e Giovanni Donzelli; per la Lega Roberto Calderoli e Giancarlo Giorgetti; per l’Udc Lorenzo Cesa, e Antonio De Poli; per Noi con l’Italia Saverio Romano.

Il criterio per la scelta dei nomi

La divisione matematica è leggermente cambiata. Fratelli d’Italia esprimerà 98 candidati, la Lega ne metterà in campo 70, Forza Italia ne schiererà 42 e 11 toccheranno ai centristi.

Il criterio utilizzato è quello della media fra i sondaggi di gradimento dei singoli partiti nelle varie aree del paese divisa fra i gruppi parlamentari esistenti. Dunque un partito che non è rappresentato i  parlamento potrà esprimere un candidato solo in quota a uno esistente nei due rami delle camere. Così, solo per fare un esempio, la dc Nuova di Cuffaro o gli Autonomisti di Lombardo o ancora Diventerà Bellissima di Musumeci per esprimere candidati dovranno essere ‘ospitati’ in quota da una delle formazioni rappresentate alla camera o al senato

 

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