I giudici della Corte dei Conti presieduti da Giuseppa Maneggio hanno condannato il professore della facoltà di Ingegneria dell’università di Palermo Mario Rosario Mazzola a risarcire l’Ateneo con 128 mila euro perché avrebbe ricoperto incarichi e consulenze che sarebbero incompatibili con il suo lavoro di professore a tempo pieno.

La procura contabile diretta da Gianluca Albo aveva chiesto la somma di 343 mila euro. Nel corso del procedimento è emerso che per alcuni incarichi il docente aveva informato l’ateneo mentre per altre sono cadute in prescrizioni. Da qui la riduzione della somma da risarcire.

Le indagini erano partite da una segnalazione della guardia di finanza in cui veniva denunciata l’ipotesi di danno erariale da parte del professore. Il professore Mazzola, oggi ordinario di Costruzioni idrauliche e marittime, in passato ha ricoperto ruoli di amministratore di una società per azioni e consulente di una serie di enti a partecipazione pubblica come Invitalia e Formez.

Per l’avvocato difensore di Mazzola “le attività di consulenza a favore dello Stato e di altri enti pubblici sarebbero consentite liberamente ai docenti. Non solo ma non vi era stato occultamento doloso visto che l’Università era venuta a conoscenza delle consulenze”.

Per i giudici di primo grado “si evince – si legge nella sentenza – che non si tratta di consulenze in materia scientifica, ma di fornire risoluzione a problematiche concrete e, quindi, espletamento di attività libero professionale”.

Ma aggiungono i giudici “per i professori a tempo pieno rimane il divieto di espletamento di attività libero professionale in assoluto“. Le consulenze non possono essere considerate diversamente dalla collaborazione scientifica altrimenti “il divieto sarebbe facilmente aggirabile, per i professori a tempo pieno, indicando come mere consulenze incarichi che, invece, hanno natura libero professionale”.

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