I giudici della corte europea dei diritti dell’uomo ha bocciato la confisca decisa nei tre gradi di giudizio in Italia. Secondo i giudici europei i beni confiscati a Giuseppe Isaia, la moglie e il figlio dovranno essere restituiti. Isaia ha diverse condanne per estorsione, furti e rapine. Per avere gli immobili tra Altavilla e Trabia, un’auto e rapporti finanziari l’uomo con la moglie e il figlio difesi dall’avvocato Antonio Turrisi si sono rivolti alla corte di Strasburgo.

Il valore dei beni ammonta a 600 mila euro. Quello che contestano i giudici è la perimetrazione temporale tra l’ultimo reato compiuto nel 2008 e il procedimento di confisca iniziato nel 2018 e concluso nel 2022. “Non vi è alcuna ragione apparente per cui le autorità abbiano atteso dieci anni dopo la fine del periodo in cui il primo ricorrente aveva rappresentato un pericolo per la società (dal 1980 al 2008) per avviare il procedimento di confisca”.

Specialmente perché Isaia si è manifestato come socialmente pericoloso nel 1980, e cioè trentotto anni prima. Giuseppe Isaia, 64 anni, ha una sfilza di condanne soprattutto per rapine ai danni di uffici postali tra Palermo e Agrigento. Era la mente di una banda del buco ed è stato detenuto dal 1999 al 2006.