Covid 19, Badagliacca “per i lavoratori fragili della PA si torni allo smart working”. E’ la richiesta formulata da Giuseppe Badagliacca del sindacato Csa -Cisal. Secondo il sindacalista, l’ondata di contagi derivanti dalla variante Omicron impongono delle scelte rapide. Con l’obiettivo di tutelare la salute dei lavoratori ma anche per non interrompere i servizi all’utenza. Badagliacca ha spiegato le sue ragioni nel corso di una puntata di Talk Sicilia, il programma di intrattenimento, politica e cultura di Blogsicilia, in onda anche su Video Regione, al canale 16 del digitale terrestre. Secondo il sindacalista, il ricorso allo smart working deve essere pensato in prima battuta per i lavoratori fragili. Tuttavia, sarebbe opportuna estendere la misura come buona prassi. E fa degli esempi concreti, riferendosi a tutti quei lavoratori che hanno i figli costretti a seguire le lezioni scolastiche in DaD.
Smart working nella Pubblica amministrazione, la richiesta di Csa -Cisal
Le riflessioni del sindacato poggiano anche su una recente direttiva emanata dall’assessore regionale Marco Zambuto: “le leggi sono chiare e valgono anche in Sicilia: in piena pandemia da Covid-19 i lavoratori fragili devono tornare subito in smart working; principio ribadito dalla direttiva firmata ieri dall’assessore regionale alla Funzione pubblica Marco Zambuto che lo prevede anche per chi è entrato in contatto con positivi o ha figli che seguono la didattica a distanza. Adesso non ci sono più alibi: gli uffici concedano il lavoro agile“.
La nuova ondata pandemica ha posto in zona arancione quasi il 40% dei comuni siciliani. Insomma, non c’è più tempo da perdere e bisogna evitare che si sviluppino focolai negli uffici pubblici dove i contagi sono ormai all’ordine del giorno, provocando disservizi e mettendo a rischio la salute pubblica.
E’ una prassi che andrebbe seguito da tutte le amministrazioni pubbliche, regione ed enti locali. Badagliacca ha fatto l’esempio del progetto “Pola” del Comune di Palermo, il piano operativo per il lavoro agile. “Non riusciamo a sbloccarlo- spiega il sindacalista – ed il risultato è che alcuni plessi operativi sono costretti a lavorare a singhiozzo”.
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