“Emerge un quadro a di poco sconcertante e sconfortante del modo in cui sono stati gestiti i dati pandemici regionali, in un contesto in cui alla diffusa disorganizzazione ed alla lentezza da parte degli uffici periferici incaricati della raccolta dei dati si è sommato il dolo di organi amministrativi e politici ai vertici dell’organizzazione regionale”.

E’ quanto si legge nell’ordinanza del gip Caterina Brignone che ha portato agli arresti domiciliari della dirigente Maria Letizia Di Liberti, e di due collaboratori e l’avviso di garanzia dell’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza.

“Addirittura, le inefficienze, gli inadempimenti e le disfunzioni delle strutture periferiche sono state artatamente sfruttate in funzione della alterazione dei dati. Quanto al fine ultimo perseguito attraverso la deliberata e continuata alterazione dei dati pandemici, la natura e le conseguenze delle condotte delittuose poste in essere nonché la qualità dei soggetti coinvolti ed il loro concertato agire inducono a ritenere che gli indagati non abbiano perseguito finalità eminentemente personali, ma abbiano operato nell’ambito di un disegno più generale e di natura politica.

Si è cercato di dare un’immagine della tenuta e dell’efficienza del servizio sanitario regionale e della classe politica che amministra migliore di quella reale e di evitare il passaggio dell’intera Regione o di alcune sue aree in zona arancione o rossa, con tutto quel che ne discende anche in termini di perdita di consenso elettorale per chi amministra. Conferme in questo senso provengono da alcune chiarissime conversazioni intercettate. Era il 4 novembre dello scorso anno Letizia Di Liberti parla con Ferdinando Croce. “Niente non ci siamo visti proprio.

Niente ero poco seccata per questo discorso di giallo, di arancione. Ora mi chiamò Ruggero, dice, domani mattina rivediamo tutti i parametri, da una settimana all’altra e vediamo effettivamente qual è il parametro che ci ha fatto scattare l’arancione, per capire magari come procedere. Perché il problema fondamentale è se diventiamo completamente zona rossa. E quindi, niente ora mi sono sentita con lui, poi gli ho detto che secondo me e tutti i ragazzi che domani tornano da Milano. C’è un sacco domani scapperanno”.

E Croce risponde. “La terapia intensiva diminuisce perché ce li scotoliamo (parla in tono sarcastico)”. Ruggero come ti è sembrato? Come lo hai sentito”.

Letizia Di Liberti risponde, “Ah.. seccato. Uno seccato mi disse: il fallimento della politica, non siamo stati in grado di tutelarci, i negozi che chiudono, se la possono prendere con noi, non siamo riusciti a fare i posti letto.

Ci dissi ma non è vero, reggiamo perfettamente. Anche se in realtà, non ti dico, oggi è morta una, perché l’ambulanza è arrivata dopo2 ore ed è arrivata da Lascari. Ed è morta, e qua c’è il magistrato che già sta, subito, ha sequestrato le carte…. 2 ore l’ambulanza. Perché? Perché sono tutte bloccate nei pronto soccorsi. Tutte! Te lo immagini. Cioè che arrivò un’ambulanza da Lascari. Arrivò dopo 2 ore e quella è morta per un infarto.. che si poteva benissimo salvare. 52 anni”.

“Qualche che sia il disegno perseguito, è certo che le falsità commesse non hanno consentito a chi di competenza di apprezzare la reale diffusione della pandemia in Sicilia e di adottare le opportune determinazioni e non hanno permesso ai cittadini conoscere la reale esposizione al rischio pandemico e di comportarsi di conseguenza – prosegue l’ordinanza –Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza la piena collaborazione di tutti i soggetti indagati, ciascuno dei quali risulta calato in un ruolo nevralgico e, defilandosi, avrebbe potuto mettere in crisi il sistema, considerazione che vale, a maggior ragione, per i soggetti al vertice dell’amministrazione politica ed amministrativa”.

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