“Quanto sta accadendo all’ospedale Civico è inammissibile. Il pronto soccorso non è attrezzato per la degenza ordinaria, l’organico del personale Infermieristico e Oss è sottodimensionato e ridotto allo stremo e adesso si dovrà sobbarcare delle sostituzioni dei colleghi che, purtroppo, sono in isolamento perché positivi.

È assurdo prestare assistenza a 45, 50 pazienti, tra cui 14 di semintensiva, con 9 unità di infermieri per turno e fuori da ogni standard e coefficiente”. È quanto segnala il Nursind Palermo evidenziando la situazione drammatica che stanno vivendo gli infermieri e tutto il personale sanitario.

“Il personale si è trovato a gestire fino a 50 pazienti positivi contemporaneamente – dichiara Vincenzo Augello, segretario Nursind Arnas Civico –  molti dei quali in ventilazione meccanica non invasiva. Se consideriamo che un reparto covid ci sono la media di 18 pazienti, è come se il pronto soccorso si fosse sostituito addirittura quasi a tre reparti di degenza Covid. Inoltre sarebbe interessante sapere se il sistema di areazione e ricircolo è a norma per trattare questo numero di pazienti e soprattutto questo tipo di pazienti covid positivi in ventilazione meccanica non invasiva e ventilazione ad alti flussi”.

Il Nursind segnala quindi l’assenza di dispositivi di protezione, calzari, gambali, e una situazione di emergenza diffusa e ricorda che “criticità si stanno registrando anche in Medicina II, Stroke unit, Nefrologia e infine alcuni giorni fa il primario di Ginecologia si è visto obbligato a chiudere il reparto di Ginecologia ostretricia per indisponibilità di posti in area grigia.

Aurelio Guerriero, segretario provinciale Nursind Palermo, spiega che “a nostro avviso una delle soluzioni da prendere, per contenere la pandemia, ma soprattutto per garantire al resto della popolazione un’assistenza adeguata, sarebbe quella di potenziare l’assistenza domiciliare e istituire un unica grande struttura almeno nelle città metropolitane, tale da ridurre la promiscuità, costituendo solo posti in zona grigia e reparti solo ed esclusivamente covid, se il caso facendo un interpello provinciale, tale destinare in questi reparti personale altamente specializzato.

È inammissibile che ad oggi venga arruolato personale anche alla prima esperienza, che nonostante l’alta professionalità e tanta buona volontà, venga da subito  catapultato in prima linea, senza un minimo di affiancamento o formazione specifica “molti hanno anche rinunciato all’incarico” .