Beni confiscati alla mafia assegnati gratuitamente a enti e associazioni anziché impiegati per fronteggiare la penuria di locali che, in piena emergenza sanitaria, rende problematica la riapertura delle scuole. A rivelarlo è Apidge, Associazione professionale degli insegnanti di discipline giuridiche ed economiche, che ieri ha scritto alla ministra dell’istruzione e al premier per invitarli a impiegare gli immobili per favorire la ripresa delle lezioni, revocando il bando dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc), indetto lo scorso 31 luglio, ai fini dell’individuazione di enti e associazioni del privato sociale cui assegnare, a titolo gratuito, immobili confiscati in via definitiva.

In Sicilia, per esempio, ci sono 26 alberghi/pensioni, una scuola, 96 ville e un Teatro/Cinematografo/Sala per concerti, spettacoli e simili.

Come riferisce nella lettera inviata a Lucia Azzolina e Giuseppe Conte, il presidente nazionale, Ezio Sina, Apidge ha condotto un accurato studio tramite il proprio ufficio legale. Nelle “Linee Guida per l’amministrazione finalizzata alla destinazione degli immobili sequestrati e confiscati” elaborate dall’Anbsc, si evidenzia come la “destinazione dei beni” debba riguardare gli “enti pubblici rappresentativi delle collettività territoriali “danneggiate” (dalla criminalità organizzata o latu sensu riconducibili ad attività illecite)” ovvero “pubbliche amministrazioni per finalità propriamente istituzionali”.

Come rilevato dalla giurisprudenza costituzionale, la scelta va fatta “caso per caso” e l’apprezzamento “non potrà prescindere dal principio ispiratore sulla destinazione dei beni confiscati […] secondo il quale la restituzione alla collettività delle risorse economiche acquisite illecitamente dalle organizzazioni criminali rappresenta uno strumento fondamentale per contrastare l’attività mirando ad indebolire il radicamento sociale di tali organizzazioni e a favore di un più ampio e diffuso consenso dell’opinione pubblica all’intervento repressivo dello Stato per il ripristino della legalità” ( cfr Linee Guida che rimandano a Sent. 34/2000 C. Cost.).

Alla luce di ciò Apidge propone, per l’attuale emergenza didattico – sanitaria una soluzione totalmente a costo zero. Ossia, che si riveda il bando affinché i beni confiscati alla criminalità che siano utilizzabili per le attività scolastiche (didattiche o di servizi) – quali edifici, laboratori per arti e mestieri, strutture alberghiere, fabbricati per esercizi sportivi, ville e palazzi di pregio artistico e addirittura scuole e laboratori scientifici, ricompresi tra quelli attualmente messi a bando e di cui all’elenco visionabile sul sito dell’Agenzia – siano destinati in via prioritaria al ministero dell’istruzione e alle istituzioni scolastiche per le proprie finalità istituzionali.

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