Perdita di fatturato e mancanza di liquidità incombono sugli imprenditori, quasi raddoppiato il numero di imprese (sfiorano le 300mila nel 2020) che non ha ottenuto il credito richiesto. Sono circa 40mila le imprese seriamente minacciate dall’usura, un fenomeno in crescita soprattutto nel Mezzogiorno e nel comparto turistico-ricettivo. Il dato emerge da un’analisi dell’Ufficio Studi Confcommercio sulla percezione dell’usura tra le imprese del commercio e dei servizi, che segue quella effettuata nel maggio scorso in piena emergenza Covid e il grido d’allarme lanciato nello stesso mese da Confcommercio Roma.

Per questo Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo, rilancia il tema della pressione criminale sugli imprenditori. Lo studio di Confcommercio conferma come il fenomeno dell’usura negli ultimi quattro mesi sia notevolmente cresciuto in tutta Italia, con percentuali molto più alte nel Mezzogiorno. “La politica regionale e quella nazionale agiscano con senso di responsabilità – dice in una nota – dando alle imprese quegli aiuti economici annunciati da mesi e che molto spesso si sono rivelati solo promesse vacue. Il rischio di un ricorso a usurai e sciacalli per fronteggiare la mancanza di liquidità delle imprese è sempre più tangibile e non è certo la via d’uscita, semmai l’ingresso nel tunnel della disperazione dal quale un imprenditore non riuscirà mai più a tirarsi fuori”.

Il sistema imprenditoriale è sempre più fragile, dal 2019 ad oggi, ha visto quasi raddoppiato il numero di imprese (sono quasi 300mila nel 2020) visto che non ha ottenuto il credito richiesto risultando, pertanto, sempre più esposto al rischio usura. Non sorprende dunque che negli ultimi sei mesi sia aumentato il numero di imprenditori che ha chiesto un prestito a soggetti fuori dai canali ufficiali (14% contro 10%). “Migliaia di imprese sono a forte rischio – aggiunge la Di Dio – e insieme a loro decine di migliaia di dipendenti che potrebbero perdere il posto di lavoro. Molti imprenditori non riescono ad accedere ai prestiti bancari, i soldi della cassa integrazione vengono erogati in grosso ritardo, proprio l’altro ieri è saltata la procedura legata al Bonus Sicilia che avrebbe dato un minimo di liquidità alle imprese: ascoltiamo promesse ma non vediamo fatti. Come si può pensare di andare avanti così, con una emergenza sanitaria ed economica che non accenna ad allentare la pressione?”.

Già prima dell’estate Confcommercio Palermo aveva sensibilizzato l’opinione pubblica sul pericolo usura, lanciando la campagna “Al tuo fianco contro ogni criminalità” che ha l’obiettivo di assistere gli imprenditori vittime di pressioni illecite e per offrire gli strumenti legali necessari per resistere a condotte lesive della proprio libertà personale e d’impresa. “Chi specula in modo criminale su queste situazioni – conclude la Di Dio – trova terreno fertile, offrendo a molti imprenditori quell’ossigeno finanziario che lo Stato non riesce a garantire: da lì in poi si entra in una strada senza uscita, con il rischio che le aziende vengano svendute a prezzi stracciati agli stessi sciacalli. Lo Stato deve fare la sua parte, bene e in fretta, perché tra qualche settimana sarà già troppo tardi per molti. E insieme alle imprese crolla il Paese”.