La grande paura alla Rap è passata. Il focolaio scoppiato all’interno di un autoparco nella zona di Brancaccio ha messo paura a tanti.
Adesso dopo che la situazione inizia ad essere più chiara il direttore della Rap Roberto Li Causi scrive ai dipendenti e dice chiaramente che i comportamenti ostruzionistici non verranno più accettati.
Perché, appunto, le difficoltà in cui naviga l’azienda, con quasi il 70 per cento degli autisti assenti nel turno antimeridiano e una media del 50% di personale in malattia, ora sta assumendo i contorni dell’emergenza.
Ma col contributo anche di coloro che – sembra – ci stanno marciando sul momentaccio che sta vivendo Rap, finita nell’imbuto della paura con 29 impiegati positivi al Covid, il fuggi fuggi del personale, quasi tremila tonnellate di rifiuti da togliere dalle strade.
Accade, infatti, che alcuni fra operai e addetti al movimento abbiano sollevato problemi e timori del tutto ingiustificati. Si racconta di un autista che si è rifiutato di entrare nell’abitacolo del mezzo di raccolta perché non convinto della sua sanificazione. Una volta avuti i documenti che invece certificavano l’avvenuta sterilizzazione dell’ambiente, si è attaccato al fatto che fosse fulminata la lucina di cortesia. Una condotta che viene sostanzialmente considerata contro la società.
Oggi siano in partenza dieci contestazioni ad altrettanti impiegati. Comincia, cioè, il procedimento che può portare all’irrogazione di sanzioni disciplinari. Del resto, nella missiva ai dipendenti, il direttore in chiusura lo dice apertamente che «ulteriori atteggiamenti pretestuosi e/o ostruzionistici, non potranno che essere oggetto di procedimento disciplinare, anche sotto il profilo del rapporto fiduciario che sta alla base del sinallagma contrattuale di ogni rapporto di lavoro». Il tecnicismo lo utilizza per dire che si è pronti anche a licenziare quanti insisteranno con un comportamento poco comprensivo del momento che si sta attraversando.
Al momento, comunque, circa 950 «unità di personale» sono state sottoposte a tamponi e a test sierologici su 1750 impiegati attraverso presidi sanitari allestiti all’autoparco di Brancaccio dall’Asp che domani ne installerà un altro nella sede di Partanna. Non tutti i campioni prelevati sono stati processati, quindi il numero di 26 positivi probabilmente è destinato a essere aggiornato. Mercoledì lo screening dovrebbe essere completato e dare risposte più precise sul cluster che ha messo a ferro e fuoco l’azienda di igiene ambientale.
«La società – spiega Li Causi – ha fatto tutto quanto in suo potere, nella consapevolezza che il servizio pubblico essenziale svolto da Rap non consente, in nessun caso, di limitare lo svolgimento delle attività. Rap non si è tirata indietro ed è al fianco di ciascun lavoratore. Di contro, nelle ultime ore in particolare, si è riscontrato un diffuso atteggiamento ostruzionistico da parte di pochissimi dipendenti che, adducendo motivazioni pretestuose, ha rallentato o impedito lo svolgimento dei servizi». Un atto d’accusa in piena regola. Scritto anche per «chiedere, a tutti e a ciascuno, collaborazione e reciprocità per il bene della collettività, cui sono rivolti i servizi di pubblica utilità».
Secondo Li Causi, in definitiva, «ciascun lavoratore è tenuto a fare tutto quanto in suo potere per contribuire a scongiurare il verificarsi di una emergenza igienico-sanitaria. Lo dobbiamo per rispetto della Città e ai cittadini di Palermo e lo dobbiamo per il rispetto del nostro posto di lavoro».
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