Sono 2.924 i nuovi casi di Covid19 registrati a fronte di 19.351 tamponi processati in Sicilia. Ieri i nuovi positivi erano 756. Il tasso di positività sale al 15,1%, ieri era al 12,4%.
La Sicilia è al terzo posto per contagi. Gli attuali positivi sono 60.983 con un aumento di 895 casi. I guariti sono 2483 mentre le vittime sono 14 e portano il totale dei decessi a 10.999.
Sul fronte ospedaliero i ricoverati sono 546, quattro in più di ieri, in terapia intensiva sono 27, uno in più rispetto al giorno prima.
A livello provinciale si registrano a Palermo 903 casi, Catania 862, Messina 311, Siracusa 324, Trapani 211, Ragusa 238, Caltanissetta 152, Agrigento 238, Enna 158.
Andamento del Covid19 in Italia. “Grazie alla minore virulenza di Omicron e alle coperture vaccinali l’impatto sugli ospedali è enormemente più basso. Se le nuove varianti saranno tutte più contagiose, noi negli autunni/inverni dei prossimi anni avremo ondate sempre più basse. Per questo dico che non possiamo immaginare i prossimi mesi senza mascherine e richiami di vaccino”, lo ha detto Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe.
“A oggi gli scenari futuri – ha aggiunto – dipenderanno in parte dall’evoluzione di queste varianti e in parte dalla nostra capacità di arginare la diffusione del contagio perché è chiaro che un netto incremento dei casi costringerebbe a utilizzare i mezzi di protezione individuale in maniera più estensiva di quanto stiamo facendo adesso perché con un virus del genere, così contagioso, è inevitabile che in un ambiente chiuso o poco ventilato la probabilità di trasmissione virale sia molto elevata”.
Ha inoltre spiegato Cartabellotta: “Ancora oggi, nonostante siamo in una netta fase discendente della curva dei nuovi casi, abbiamo ancora 600mila persone attualmente positive, di cui la maggior parte è in isolamento domiciliare ma il tasso di positività è alto, intorno al 13%, quindi di virus in giro ancora ce ne è tanto”.
“I sistemi sanitari sono allertati, bisognerebbe fare anche in Italia delle flash survey come quelle che fa l’Istituto superiore di Sanità ma più ravvicinate perché l’ultima risale al 3 maggio, è passato un mese e verosimilmente Ba.4 e Ba.5 stanno circolando anche da noi – ha aggiunto Cartabellotta -. Sappiamo che sono più contagiose di un 10/15% in più rispetto alla Ba.2 dai dati che abbiamo raccolto finora dal Sudafrica e anche dal Portogallo, inoltre hanno una capacità molto elevata di evadere la risposta immunitaria sia da vaccino che da infezione naturale con conseguente maggiore probabilità di reinfezione. E questo già si vede con i numeri attuali: al momento la percentuale di reinfezione è al 6% negli ultimi due mesi. Vedremo – non sappiamo ancora quando – un aumento del numero dei casi, ma dai dati che abbiamo l’impatto sull’ospedalizzazione è relativamente modesto. È probabile che l’evoluzione post-Delta stia portando a varianti più contagiose e meno gravi. Questo disegna anche le politiche sanitarie da mettere in atto”, ha concluso.