Sono 2.957  i nuovi casi di Covid19 registrati a fronte di 23.949 tamponi processati in Sicilia. Il giorno precedente i nuovi positivi erano 731. Il tasso di positività sale al 12,3% ieri era al 9,5%.

Le vittime, i guariti, gli attuali positivi

La Sicilia è al quarto posto per contagi, manca il dato dell’Emilia Romagna. Gli attuali positivi sono 82.018 con una diminuzione di 1.661 casi. I guariti sono 5.442 mentre le vittime sono 16 portano il totale dei decessi a 10.878.

La situazione negli ospedali

Sul fronte ospedaliero i ricoverati sono 633, due in meno rispetto al giorno precedente, in terapia intensiva sono 33, lo stesso numero rispetto al giorno prima.

La situazione nelle singole province

A livello provinciale si registrano a Palermo 606 casi, Catania 1.206, Messina 484, Siracusa 412, Trapani 253, Ragusa 231, Caltanissetta 201, Agrigento 340, Enna 64.

Agenas, intensive al 3% e reparti al 10%, stabili in 24 ore

Dopo il calo dei giorni scorsi, è ferma nelle 24 ore, al 10%, l’occupazione dei posti nei reparti ospedalieri di ‘area non critica’ (un anno fa era al 15%) e nessuna supera il 20%. E’ stabile anche al 3% la percentuale di terapie intensive occupate da pazienti con Covid-19 in Italia (un anno fa era al 16%) e nessuna regione supera il 10%. Questi i dati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) del 23 maggio 2022, pubblicati oggi.

Le regioni che vedono un calo dell’occupazione dei posti nei reparti ospedalieri di area medica o ‘non critica’ da parte di pazienti con Covid-19 sono 5: Basilicata (al 17%), Calabria (18%) Campania, (11%), Marche (11%), Umbria (20%). La percentuale cresce in 3: Abruzzo (18%), Pa Trento (8%) Puglia (13%). E’ stabile in 13: Emilia Romagna (11%), Friuli Venezia Giulia (9%), Lazio (11%), Liguria (11%), Lombardia (7%), Molise (10%), Pa Bolzano (7%), Piemonte (6%), Sardegna (14%), Sicilia (17%), Toscana (7%),Valle d’Aosta (12%), Veneto (6%). L’occupazione dei posti nelle terapie intensive, a livello giornaliero cala nelle Marche (1%) e nella Pa Bolzano (0%). Cresce solo in Sicilia (4%). La percentuale e’ stabile in 17 regioni e province autonome: Abruzzo (al 4%), Basilicata (1%), Calabria (4%), Campania (5%), Emilia Romagna (4%), Friuli Venezia Giulia (1%), Lazio (5%), Liguria (3%), Lombardia (2%), Molise (8%), Pa Trento (3%), Piemonte (3%), Puglia (4%), Sardegna (4%), Toscana (3%), Umbria (1%) e Veneto (2%). In Valle d’Aosta (3%) variazione non disponibile.

Psichiatri,+30%casi per Covid e meno 1000 medici in 2 anni

Italia “tra gli ultimi in Europa” per la salute mentale: nonostante un aumento stimato del 30% di diagnosi tra depressione e altre patologie psichiche causato da due anni di pandemia, soprattutto tra giovani e studenti, sono indicati “zero investimenti” nell’ambito del Pnrr mentre al 2025, in due anni, mancheranno altri mille psichiatri tra pensionamenti e dimissioni. E’ l’allerta lanciata da dieci società scientifiche della psichiatria italiana, dalle quali arriva la richiesta “urgente” di istituire un’Agenzia Nazionale dedicata.

Dieci Società scientifiche, ‘Agenzia nazionale. Zero fondi Pnrr’

Si va verso “l’impossibilità di garantire i servizi minimi in un settore in ginocchio già ben prima della pandemia, con assenza di investimenti, una carenza drammatica di medici e ora alle prese anche con un aumento del 30% di diagnosi per la pandemia”, avvertono le società scientifiche in un incontro organizzato dalla Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia (SINPF).

Gli investimenti, che sarebbero dovuti crescere almeno fino al 5% del fondo sanitario nazionale, per raggiungere l’obiettivo del 10% indicato in sede comunitaria per i Paesi ad alto reddito, rilevano, sono invece “tracollati dal già misero 3,5% del 2018 al 2,75% del 2020. Cui è seguito un crescente numero di diagnosi post pandemia”. Significa che i 728 mila cittadini in cura nei Dipartimenti di Salute Mentale nel 2020 (passati da 183 a 141 dal 2015 al 2020) sono sicuramente aumentati nel 2021-22 anche se non censiti o non ancora individuati.

A tutto questo si aggiunge la fuga del personale, sia medico che infermieristico, da dipartimenti già sotto organico da anni. Tanto che nel 2025, avvertono le Società, mancheranno altri mille psichiatri tra pensionamenti e dimissioni. Infine restano differenze regionali a complicare la situazione. Nonostante alcuni flebili segnali (nella Legge di Bilancio e nelle linee di indirizzo sui DSM) e un finanziamento della Commissione UE, “non si vede, tra le risorse destinate dal PNRR alla salute – affermano – un solo euro destinato alla Salute Mentale”. In questo contesto giunge quindi un appello, lanciato oggi dalla SINPF e altre dieci Società scientifiche del settore (tra cui la Società italiana di psichiatria, di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, di Psichiatria delle Dipendenze e la Federazione Italiana degli Operatori dei Dipartimenti e dei Servizi delle Dipendenze FeDerSerD) per la creazione di una Agenzia Nazionale per la Salute Mentale, che “dovrà ripartire da zero per mettere l’Italia in condizioni di pareggiare i conti con l’Europa e di ridare dignità a chi soffre e a chi lavora in questo settore così strategico per la società e l’economia italiana”.

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