Sono 5.559 i nuovi casi di Covid19 registrati a fronte di 22.365 tamponi processati in Sicilia secondo il bollettino di ieri. Il giorno precedente i nuovi positivi erano 1.551. Il tasso di positività sale al 24,8%, il giorno precedente era al 17,5%.

Le vittime, i guariti, gli attuali positivi

La Sicilia è al quinto posto per contagi. Gli attuali positivi sono 56.666 con un aumento di 4.104 casi. I guariti sono 2.011 mentre le vittime sono 7 e portano il totale dei decessi a 11.128.

La situazione negli ospedali

Sul fronte ospedaliero i ricoverati sono 643, 18 in più rispetto al giorno precedente, in terapia intensiva sono 22, quattro in meno rispetto al giorno prima.

La situazione nelle singole province

A livello provinciale si registrano a Palermo 1.811 casi, Catania 1.475, Messina 560, Siracusa 654, Trapani 380, Ragusa 490, Caltanissetta 208, Agrigento 429, Enna 115.

Covid: Costa, monitorare ma senza allarmismo

“Non dobbiamo confondere la prudenza con la paura”. L’andamento del Covid-19 va “monitorato ma senza trasmettere messaggi di troppa preoccupazione o allarmismo” perché “la situazione al momento è sotto controllo”. Lo ha detto il sottosegretario alla Salute Andrea Costa intervenendo su SkyTg24. Secondo Costa “se l’obiettivo è convivere con il virus allora dobbiamo imparare a convivere con i positivi. Penso che dobbiamo concentrarci più sui sintomatici che non sui positivi. Continuare a cercare i positivi non è la strategia giusta”, sottolineando che i numeri negli ospedali “sono ampiamente al di sotto” delle soglie.

“Abbiamo sempre detto – ha aggiunto il sottosegretario – che uscire dallo stato di emergenza non significava uscire da pandemia. Il virus circola ancora” e l’aumento dei contagi è “credo sia normale se consideriamo che, nel nostro Paese, ormai da giorni, non esistono più restrizioni e quindi ci sono maggiori occasioni di incontri e momenti sociali, quindi le condizioni che favoriscono un aumento dei contagi”. Il sottosegretario ha voluto poi chiarire la sua posizione sulla fine dell’isolamento per i positivi: “Se l’obiettivo è arrivare a convivenza con il virus, questo significa anche avere tanti positivi che circolano. Mi riferisco ai positivi asintomatici e vaccinati. Dovremo valutare quale sarà il momento più opportuno, dobbiamo arrivarci gradualmente”. “D’altra parte – ha osservato Costa – quando qualcuno prende l’influenza e ha sintomi leggeri non sempre sta a casa”. Per il sottosegretario, dunque, “convivere con il virus significa convivere con i positivi”, considerando anche che “quotidianamente circa 2,3 milioni di cittadini sono in isolamento, ma penso che altrettanti circolino inconsapevolmente senza sapere di essere positivi. Non credo che la strategia giusta sia quella di continuare a ricercare i positivi. Io credo che dobbiamo concentrarci più sui sintomatici, che richiedono ancora prudenza e magari ancora isolamento”.

Covid: Parisi, ‘non è tutto finito’, mascherine importanti

“Si dice che sia tutto finito, ma non lo è”, è finita solo la fase acuta e le mascherine sono ancora importanti, la “nuova ondata di Covid-19 in corso porterà il suo carico, a partire dai pronto soccorso”: lo ha detto all’ANSA il Nobel Giorgio Parisi, vicepresidente dell’Accademia dei Lincei. “Stiamo andando in una situazione in cui l’epidemia si sta cronicizzando. È difficile avere dati precisi in Italia, ma in Gran Bretagna si stima che il 98% di persone si sia ammalato o vaccinato. In pratica, il numero di persone che non hanno mai incontrato proteina Spike è ormai quasi trascurabile”.

‘Cercare positivi non è strategia giusta; guardare sintomatici’

Per questo, secondo Parisi, deve essere chiaro che “è finita la fase acuta della pandemia, ma non la fase cronica”, di conseguenza le mascherine sono ancora importanti. Bisogna naturalmente fare dei distinguo: per esempio, “capisco che chi vuole andare a ballare non voglia usare la mascherina e, stando così le cose, se mi preoccupo per la mia salute non vado a ballare, anche se è una scelta sofferta. Diverso è il discorso degli autobus, che le persone devono usare per motivi di lavoro ed è fondamentale garantire la sicurezza per la salute di questi ambienti aperti a tutti”, osserva. “L’uso della mascherina deve essere valutato a seconda delle situazioni”, dagli assembramenti agli ambienti di lavoro.

Covid: Parisi, casi in chi finora era sfuggito al virus

Con l’aumento dei casi degli ultimi giorni il virus sta probabilmente raggiungendo l’ultimo gruppo di coloro che finora erano sfuggiti all’infezione: lo ha detto all’ANSA Il Nobel Giorgio Parisi, vicepresidente dell’Accademia dei Lincei, commentando l’aumento dei casi che si sta registrando recentemente in Italia. “E’ possibile che le nuove sotto varianti di Omicron stiano colpendo anche l’ultimo serbatoio delle persone che finora si erano salvate; anche le reinfezioni sono molto aumentate e viviamo in una situazione nella quale le persone che probabilmente si sono ammalate nella prima ondata di Omicron ora potrebbero essere a rischio”. Negli ultimi quattro giorni, ha detto ancora Parisi, “l’incremento dei casi di Covid in Italia si è stabilizzato sul 60% alla settimana: è un buon segno. Speriamo che la settimana prossima non si rilevino aumenti superiori al 60% e che poi i casi tornino a diminuire in maniera costante”. Attualmente, ha osservato, “i casi stanno aumentando e così gli indici relativi ai ricoveri. Stiamo osservando in Italia un fenomeno visto in altri Paesi europei, nei quali c’è stato un rapido aumento dei casi, che poi hanno preso a diminuire. La speranza – ha rilevato il Nobel – è che anche in Italia vada come negli altri Paesi europei, in cui i casi aumentati per un po’ e poi si sono ridotti”. Quella attuale “è una situazione in cui è difficile capire bene che cosa succede. Nei prossimi giorni sono attesi altri casi e poi, una volta diminuite le persone suscettibili, questa ondata si dovrebbe fermare, ma è davvero molto difficile fare previsioni a una settimana o a un mese”.

Sileri,casi saliranno e più ondate ma limitate da vaccini

I casi di Covid “sicuramente aumenteranno e avremo anche altre ondate oltre a questa estiva, avremo epidemie stagionali. Il virus non è scomparso e ci saranno ondate sempre più limitate come durata, quantità e gravità dei sintomi, perchè ovviamente si presenteranno fra persone vaccinate”. Così il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri sottolineando che siamo in un Paese “che oggi è largamente vaccinato o ha incontrato il virus o presenta la combinazione vaccino-incontro col virus”. Dunque, “quale sarà la foto nel 2023? Avremo vaccini aggiornati e un passaggio del virus che fra persone vaccinate determinerà pochissimi danni”.

Sileri, mascherina è follia al mare ma la terrei su aerei

I casi di Covid, ha quindi sottolineato Sileri, “non stanno aumentando perché è stata tolta la mascherina, ma stanno aumentando perché vi è un passaggio di una variante che è più contagiosa delle precedenti e i contagi hanno cominciato ad aumentare ancora prima che le mascherine fossero rimosse”. Quindi, un invito da parte del sottosegretario a considerarne l’uso, anche se non è più vigente l’obbligo, laddove si determinano particolari condizioni di assembramento.

Covid: Sestili, ondata di contagi in forte crescita, Rt a 1,3

Siamo di fronte a “una nuova ondata di contagi, con un trend di forte crescita, nel quale da metà maggio l’indice di contagio Rt è aumentato da 0,78 a 1,3, secondo l’ultimo dato aggiornato all’11 giugno”: lo ha detto all’ANSA il fisico Giorgio Sestili, fondatore della pagina Facebook “Coronavirus- Dati e analisi scientifiche”. “E’ una crescita confrontabile, per velocità, a quella registrata con l’arrivo della variante Omicron, fra novembre e dicembre 2021”, ha osservato. Questo “non ci deve stupire perché siamo di fonte a nuova sotto variante della famiglia di Omicron, della quale alcuni studi hanno accertato che è più trasmissibile rispetto alle sotto varianti precedenti; altre ricerche indicano che gli anticorpi contro le Omicron AB.1 e AB.2 potrebbero non riconoscere la nuova sotto variante Omicro BA.5. Vale a dire – ha osservato il fisico – che chi ha avuto infezione due o tre mesi fa, potrebbe riprendere il virus”.